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XXXIV EDIZIONE – 999 TESTI IN CONCORSO

mercoledì, 25 Novembre 2020

Un bel traguardo arrivare al numero angelico 999. Se lo scorso anno avevamo toccato i 900 meno 11 manoscritti in concorso, quest’anno siamo a 1000 meno 1, certamente complice l’obbligata clausura di questi mesi. Ma non solo. Tutto sommato il nostro modo di lavorare appare persuasivo, come di sicuro ha giocato l’essere riusciti a mantenere i nostri impegni malgrado le difficoltà dell’epoca pandemica. C’è stata la Premiazione, online naturalmente, abbiamo fatto conoscere virtualmente i finalisti grazie alla generosa collaborazione dei giurati, siamo riusciti a inviare giudizi articolati a tutti i concorrenti e a scegliere anche i segnalati del comitato di lettura. E con nostra grande soddisfazione le case editrici hanno riconosciuto il valore della cernita da noi fatta acquisendo già dieci titoli della rosa finale. Tanto più la cosa ci fa piacere se pensiamo alla qualità innovativa di molti di essi. E non dimentichiamo che anche nei premi opera prima gli autori del Calvino si sono fatti onore.

La nostra formula, che cerchiamo via via di perfezionare, è ormai nota. Qui ci preme sottolineare che si basa innanzitutto sul rispetto della dignità di ogni autore, cosa che implica comprensione e insieme rigore nella valutazione dei testi che ci affidano. Ciò ha creato fiducia.

E adesso di fronte abbiamo un intenso e delicato lavoro: analizzare, discutere, vagliare le tante opere pervenute e, infine, fare delle scelte. Cercheremo di portarlo avanti nel modo migliore. Sarà un’impresa ardua, ma il Comitato di lettura con la sua passione come sempre ce la farà.

Mario Marchetti

note a margine

lunedì, 21 Settembre 2020

COME PROCEDE IL PREMIO CALVINO

NOTE A MARGINE DELLE OSSERVAZIONI DEI CONCORRENTI

Mario Marchetti
21 settembre 2020

(altro…)

XXXIII EDIZIONE – 2020
HANNO FIRMATO…

mercoledì, 16 Settembre 2020

E anche quest’anno molti finalisti della XXXIII edizione hanno già trovato casa a pochi mesi dalla Premiazione tenuta online il 28 giugno scorso. Insomma il Covid-19 non è riuscito a fermarci! Ben 10 su 11.


Gli editori, grandi, piccoli e nuovi, tutti prestigiosi o ambiziosi, hanno potuto conoscere i manoscritti e i loro autori inizialmente grazie ai video che quest’anno abbiamo dedicato a ciascuno di loro e che si possono sempre visionare sul sito (qui). È stata un’innovazione dettata dalla necessità, ma che è stata particolarmente apprezzata. Poi naturalmente la parola è passata ai testi.


Il nostro ringraziamento va a tutti coloro che hanno dato il loro contributo al successo di questa edizione: dagli autori ai lettori allo staff del Premio ai giurati e a chi ha collaborato ai video. Ma a questo punto un ringraziamento straordinario va agli editor, agli editori e agli agenti per l’attenzione che ci hanno prestato e che hanno soprattutto prestato ai testi impegnativi che abbiamo proposto.


Ecco i nomi:


Gian Primo BRUGNOLI, Giardino San Leonardo con Del Vecchio
menzione speciale Treccani

Riccardo CAPOFERRO, Oceanides con Il Saggiatore
menzione speciale della Giuria

Martino COSTA, Trash con Pessime Idee

Maddalena FINGERLE, Lingua madre con Italo Svevo
vincitrice della XXXIII edizione

Benedetta GALLI, Schikaneder e il labirinto con Del Vecchio
menzione speciale della Giuria

Giulia LOMBEZZI, La sostanza instabile con Giulio Perrone Editore

Alessio ORGERA, I Martiri con Arkadia

Pier Lorenzo PISANO, Ma’ con NNE

Daniele SANTERO, Vita breve di un domatore di belve con Elliot
menzione speciale della Giuria

Nicoletta VERNA, Il valore affettivo con Einaudi Stile Libero
menzione speciale della Giuria

E ha anche trovato casa:

Davide RIGIANI, Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino con minimumfax
menzione speciale del Direttivo

CHIUSURA ESTIVA ‒ COMUNICAZIONI

venerdì, 7 Agosto 2020

La segreteria sarà chiusa dal 10 al 31 agosto.

L’invio delle schede sarà concluso entro il mese di agosto. Si prega di contattare la segreteria solamente nel caso in cui la scheda non risulti ricevuta all’inizio di settembre per verificare eventuali disguidi tecnici.

Ringraziamo tutti i concorrenti che ci hanno espresso il loro apprezzamento.

Ci scusiamo di non poter rispondere a tutti personalmente, ma ci teniamo a dirvi che le vostre parole ci hanno fatto molto piacere e ci confortano nel nostro lavoro.

Abbiamo anche ricevuto delle critiche e ce ne rincresce; a queste risponderemo singolarmente appena possibile.

Le iscrizioni alla XXXIV edizione sono aperte fino al 19 ottobre, tutte le informazioni relative a requisiti, tempistiche e costi sono disponibili a questi link:

Bando XXXIV → https://www.premiocalvino.it/bando-della-xxxiv-edizione/

Istruzioni (modulo in fondo alla pagina) → https://www.premiocalvino.it/xxxiv-edizione-istruzioni-per-liscrizione/

Domande frequenti → https://www.premiocalvino.it/faq-2/

Ricordiamo agli iscritti con l’opzione A di posticipare la spedizione del manoscritto alla riapertura, onde evitare problemi con la consegna.

E per chi li avesse persi, questi sono i finalisti e i segnalati della XXXIII edizione:

Finalisti → https://www.premiocalvino.it/i-finalisti-2020/

Segnalati → https://www.premiocalvino.it/opere-segnalate-dal-comitato-di-lettura-della-xxxiii-edizione/

Arrivederci a settembre!

Segreteria Premio Calvino

OPERE SEGNALATE dal Comitato di lettura della XXXIII edizione

sabato, 11 Luglio 2020

Sonia AGGIO (1995), Magnificat
→ “per l’abilità con cui nella vicenda di due cugine nel Polesine degli anni Cinquanta, ai tempi dell’alluvione, si fondono realtà e fantasia attingendo anche a inquietanti elementi magici”

Dora ARGENTO (1956), Cent’occhi  
→ “per la policentrica narrazione di un oscuro delitto famigliare in una Sicilia atemporale, nella modalità di un giallo dai tratti onirici”    

Nicolò BELMONTE (1988), Libro di Orf
→ “per aver dato vita a un poema mitologico in prosa grazie a una tessitura combinatoria dagli echi calviniani che procede per accumuli, richiami e rilanci” 

Riccardo CAPACCIOLA (1982), La caricatura

→ “per la fascinosa, colta e ironica ricostruzione del mondo culturale praghese durante lo spegnimento, insieme livido e malinconico, del comunismo reale”

Gennaro CARBONE (1989), Rastacop

→ “per la grottesca, esilarante e corrusca rappresentazione della vita di un giovane senza lavoro dei nostri tempi, divisa tra spinelli e masturbazione, dove il surreale diventa reale, l’assurdo logico”

Arjuna CECCHETTI (1976), Non pensarci due volte
→ “per il delicato ritratto di una ragazzina che non ha paura e compie, immergendosi nella selvaggia natura appenninica, un avventuroso viaggio ricco di incontri formativi”

Luisa CONSOLINI (1961), La rappresentazione
→ “per il coinvolgente scorcio, attraverso la figura dell’operaio Toni, della trasformazione  ‒ colta nei suoi risvolti umani ‒ della società italiana da agricola a industriale a postindustriale”

Claudio CONTI (1972), L’uomo che vendette il mondo
→ “per l’abilità con cui l’autore gestisce un romanzo di fantascienza apocalittica, che è anche un catalogo della modernità, delle sue mode e dei suoi miti”

Rodolfo CROCE (1978), Ghiacciaio
→ “per il ritmo irresistibile e la vis comica di un intrigo rocambolesco che spazia con levità tra il thriller, il noir, il pulp con un effetto di intelligente intrattenimento”

Noemi DE LISI (1988), Ferma e limpida nel buio   RACCONTI
→ “per la capacità di rendere perturbanti, in una lingua vivida e sporca, comuni episodi di vita adolescenziale e giovanile che delineano, in forma di racconto, un’antropologia dei nostri tempi” 

Francesca DI GANGI (1964), Lettera a mia madre
→ “per la coraggiosa, toccante e drammatica esposizione ‒ grazie a una lingua di grande forza e maturità ‒ di un dolore intimo e lancinante radicato nel difficile rapporto con la propria madre”

Daniele DIONISI (1976), Santo protettore
→ “per la paradossale e ironica metamorfosi di un uomo di ottimi principi da ‘santo’ a ‘protettore’, svolta con verve e lingua spumeggianti senza timore di divertire il lettore”

Enrico FERRATINI (1991), La morte della Fenice RACCONTI
→ “per l’originale struttura a mosaico di un testo di brevi prose autonome e insieme collegate, nelle quali si esprime, con stile nitido, una visione del mondo sottilmente critica dell’oggi”

Alberto GRILLO (1968), Quote
→ “per aver saputo, a partire dal disastro del ponte Morandi, operare destramente la mutazione di una materia strettamente tecnica ‒ gli acciai speciali ‒ in accattivante materia narrativa”

Vincenzo LIGUORI (1965), Veleno
→ “per l’acuta indagine psicologica di un rapporto tra un medico e un paziente connessi da una donna, sullo sfondo di una Napoli impietosamente radiografata”

Federica MARZI (1974), Nata altrove
→ “per il quadro finemente filologico di una Trieste approdo dall’Est, nel caso, di due donne ‒ un’istriana e una bosniaca ‒ di generazioni diverse, le cui vite sono legate da un carsico filo”

Alessio MAZZOLOTTI (1975), Il respiro della macaia
→ “per la complessa architettura di una trama vorticosa che, su un intrigante sfondo ligure, tocca tempi diversi, da una Resistenza giocata in chiave romanzesca, agli anni ’70 al 2001 del G8”

Aurora PANZICA (1991), La morte e la follia della signorina E.
→ “per l’intensa e impeccabile descrizione di un’esistenza vissuta ai bordi della vita ‒ tra vagheggiamenti e fantasticherie ‒ inesorabilmente indirizzata al suicidio”

Massimo PARIZZI (1950), Io
→ “per la sperimentalità e il coraggio di una autobiografia per frammenti che con lingua tersa e immediatezza filosofica si pone quesiti esistenziali di sempre”

Matteo PIERI (1979), Un dio sprovveduto

→ “per aver saputo affrontare narrativamente, in modo singolare e appassionante e con scrittura inappuntabile, il tema dell’intelligenza artificiale in un futuro transumanista”

Jezebel POLEGATO (1987), Messaggi vocali         RACCONTI
→ “per l’originale disegno di una raccolta di racconti di scrittura moderna che sa fare ricorso ai nuovi linguaggi social in maniera insolita e creativa anche graficamente”

Alberto RAVASIO (1990), Le vite sessuali
→ “per il trattamento dissacrante e inventivo ‒ non senza gusto della provocazione ‒ della materia sessuale nel filtro dei profili deformati dell’uomo di Neanderthal, Dante, Hitler e Hawking” 

Giorgio SEITA (1965) e Valerio PAPAS (1965), Figli dell’Orco
→ “per il fascinoso affresco di una saga famigliare canavesana tra 800 e 900, nel segno della tragicità e dell’acqua, in un’orditura sinuosa dalla scrittura densa” 

Lorenzo SEMORILE (1986), Il tempo perfettibile

→ “per il feroce sarcasmo e la lucida perfezione della lingua con cui si illumina il profilo di un inconciliato che il gioco del caso mette a confronto con un pezzo ignoto della sua vita”

Niccolò TONIN, Il pianista degli animali

→ “per la capacità di condurre il lettore in lande minacciose e affascinanti, nella cifra di una favola nera che sa unire sperimentazione linguistica e indagine psicologica profonda”

Alfonso TRAMONTANO GUERRITORE (1978), I fetenti            RACCONTI
→ “per il calibrato dosaggio dell’elemento dialettale nell’efficace impasto con cui si raccontano storie di straordinaria suggestione quando i protagonisti sono ragazzini di marginalità campana”

Francesca VALENTE (1974), Altro nulla da segnalare       RACCONTI
per la forte empatia e la penetrazione psicologica con cui sono magistralmente tratteggiati, tra documento e finzione, i lineamenti di pazienti psichiatrici a partire dai rapportini degli infermieri”