Diari

LAURA ARICÒ e MAURIZIO BONINO – NOI SIAMO QUADRUMANI E FELICI

lunedì, 23 Luglio 2018

Orgasmo di Calcutta. Non esattamente il pezzo più adatto da ascoltare in un Istituto Superiore. E del resto neanche la ragazza è immaginabile fuori da un manga.

Altissima e magra, le calze nere un pò strappate e i codini, sfida con ostilità la fila interminabile di coetanei davanti a lei.

E se mi metto davvero a nudo

Dici che ho sempre voglia di scopare

Servirebbe un secondo più all’anno

Per fare un respiro profondo

Per rilassare le spalle

Tanto tutte le strade mi portano alle tue mutande

Il ragazzino, sprofondato nella sedia a rotelle, la guarda con occhi leggermente socchiusi.

Le parole guidano il suo sguardo sugli short della ragazza, lei scuote la chioma metà rosa e metà nera. Metà in orizzontale.

Rovisto nella borsa per cercare l’orario. Non lo trovo, come al solito, e il cellulare si illumina senza emettere suono. Torino. Finalmente Tecnocasa mi ha trovato un alloggio?

– Pronto.

– Sono Mario Marchetti, presidente del Premio Calvino. Lei è Valentina Drago?

– No. Cioè sì. La risposta non è proprio il massimo.

– Il vostro romanzo è in finale.

La campanella suona, i ragazzi sciamano fuori dal bar passandomi accanto. La ragazza-manga mi comunica che deve andare in bagno. Parla senza emettere suono.

Parla anche Marchetti, ed è la prima volta che qualcuno parla davvero di qualcosa che ho scritto. Qualcuno che con i libri ci lavora, che incontra scrittori veri, a pranzo, a cena.

Metto via il cellulare e non ho capito nulla della premiazione, deve essere a maggio.

– Non diventerai mai una scrittrice – aveva sentenziato mia madre.

Tecnicamente parlando in effetti potrei diventarne metà, dato che noi siamo quadrumani. Chiamo la mia mano sinistra, o destra, Maurizio Bonino.

– Non rispondi al telefono?

– Sono al telefono. Sto parlando con te.

– Perché non rispondi al telefono?

Non è il caso di insistere. Ricorda scontri per una parola. Quella sensazione implacabile di essere nel giusto ma incompresi, l’ascolto impaziente, poi quello scarto in avanti, e il sollievo di avere trovato la soluzione più estrema ed efficace.

Valentina è nebulosa, come al solito, continua a sproloquiare, è evidente che vuole comunicarmi cosa la agita, ma non ci riesce. Questo mi innervosisce.

– È qui sotto il mio naso – controllo il telefono a fianco della vecchia Mitchell – non c’è nessuna chiamata.

Lei parla del bustino comprato al Balon sabato, quello nero. Ricordo, certo. La bruna con la frangia che glielo allaccia.

Passa un’eternità, e finalmente esce la parola che spiega tutto. Calvino.

Esco sul marciapiede assolato. Urlo.

Strano però. Marchetti dice di avermi chiamato. Odio le compagnie telefoniche. Tutte. Un regalo epigenetico dall’estinto monopolio Telecom, un’era geologica così lontana che non pare neanche appartenere alla mia vita.

Un tarlo si insinua nella mia euforia. È uno scherzo?

Non di Valentina, lei è incapace di inventare scenari realistici e situazioni semplici. E non ama gli scherzi prevedibili. Siamo in equilibrio omeostatico. Come Goldrake.

Io uccido i personaggi, lei fa di tutto per salvarli. Io costruisco macchine complesse, lei si immerge nei sentimenti umani, anche a rischio di annegare. Io tolgo parole non pertinenti, lei semina brandelli antropocenici.

È qualcuno che le ha fatto uno scherzo. Qualcuno che non ha apprezzato la Milonga, o il Flamingo, o l’Omeocrazia come distopia non omologante.

No. Non è possibile. Nessuno conosce certi dettagli. Il suo pseudonimo ci protegge.

Lascio il lavoro per festeggiare. Con la mia mano destra, o sinistra, Valentina.

Nel breve tratto a piedi piangerei, se non fossi comunque la metà dal senso pratico.

La osservo scendere dal tram. Birra, panini e arachidi per gli scoiattoli.

Seduti nel prato di fronte agli imbarchini scrutiamo il fiume. Torino è lontana dal mare, ci sono ancora le automobili, oggi.

Passano i minuti. Corpi atletici di uomini e donne in tute sgargianti su strani mezzi a due ruote compaiono da lontano. I Velox stanno arrivando.

Noi siamo immobili, congelati dal presente. Non capita spesso di essere felici.

Un nuovo felice bilancio

lunedì, 23 Luglio 2018

Anche quest’anno possiamo dirci soddisfatti. Il Premio Calvino ha superato i trent’anni senza dimostrare rughe. La Premiazione ha visto come sempre una grande partecipazione e − cosa che ci sta soprattutto a cuore − è riuscita a dare visibilità agli autori che abbiamo selezionato con tanta cura e passione nei mesi precedenti. Il riconoscimento degli editori ne è la prova.

Ringraziamo per il loro contributo i giurati, i lettori, gli editor e gli agenti letterari che si sono impegnati insieme a noi.


GIÀ SEI FINALISTI DELLA XXXI EDIZIONE (2018) HANNO TROVATO UN EDITORE:


Adil Bellafqih pubblicherà Il grande vuoto con Mondadori
Riccardo Luraschi pubblicherà Il Faraone con Castelvecchi
Loreta Minutilli pubblicherà Elena di Sparta con Baldini&Castoldi
Marinella Savino pubblicherà La sartoria di via Chiatamone con Nutrimenti
Filippo Tapparelli pubblicherà L’inverno di Giona con Mondadori
Bruno Tosatti pubblicherà Talib con Tunué

E anche La fine dell’estate di Serena Patrignanelli, menzione speciale alla XXX edizione, ha trovato casa e uscirà con NN. Sempre della XXX edizione, sarà in libreria l’11 ottobre Come si sta al mondo di Davide Martirani pubblicato da Quodlibet. E così arriviamo a sei finalisti del 2017 acquisiti, quattro dei quali già sugli scaffali delle librerie.


TUTTI CI HANNO SCRITTO IL LORO “DIARIO DEL CALVINO”, COM’È TRADIZIONE.

Se siete curiosi, andate qui


E SE VOLETE SAPERNE DI PIÙ SUI TESTI FINALISTI CERCATE “CADILLAC”

La rivista in collaborazione con il Premio ha preparato un numero speciale dedicato alla XXXI Edizione del Premio Calvino.


Bando della XXXII edizione

sabato, 30 Giugno 2018

Premio Italo Calvino 2018-2019

Bando della XXXII edizione

  • – iscrizioni chiuse –

1) L’Associazione per il Premio Italo Calvino, in collaborazione con la rivista “L’Indice”, bandisce la trentaduesima edizione del concorso letterario per testi inediti di scrittori esordienti.

2) Si concorre inviando un’opera inedita di narrativa in lingua italiana: romanzo, racconto o raccolta di racconti, in ogni caso di lunghezza complessiva superiore alle sessantamila battute, spazi inclusi.

Le indicazioni sulla formattazione (caratteri, impaginazione, rilegatura ecc.) si trovano sul sito www.premiocalvino.it, nella sezione Istruzioni per l’iscrizione.

(altro…)

Per Luca Terzolo

martedì, 5 Giugno 2018

Luca ci ha lasciati dopo aver affrontato con coraggio il male che lo ha colpito qualche anno fa. I suoi interessi erano molteplici, dal canottaggio  all’arte alla lessicografia (aveva lavorato al Battaglia e al Dizionario dell’Uso di Tullio De Mauro), ma soprattutto era un appassionato e onnivoro amante della letteratura. E così negli ultimi anni aveva collaborato all’Indice con le sue brillanti recensioni  e era stato lettore assiduo per il Premio Calvino (del cui Direttivo era membro). Tutti ci ricordiamo i suoi interventi spiritosi e spesso tranchant, ma sempre acuti e lungimiranti. Ne sentiremo la mancanza.

La cerimonia funebre si terrà domani, mercoledì 6 giugno, alle ore 11,30, presso il tempio crematorio del cimitero monumentale di Torino.

XXXI EDIZIONE – COMUNICATO DELLA GIURIA

martedì, 22 Maggio 2018

Torino, 22 maggio 2018

La Giuria decide di assegnare il Premio a L’inverno di Giona di Filippo Tapparelli, per la sua grande forza visionaria: nel testo, con stile rarefatto, un allucinato mondo mentale si trasforma in un mondo fisico insieme minuziosamente reale e sottilmente simbolico. Un potente e struggente giallo analitico in cui la verità si sfrangia in tanti rivoli, toccando i temi della colpa, del castigo, del bisogno umano di riconoscimento.

Una prima menzione speciale della Giuria va a Il Grande Vuoto di Adil Bellafqih, per l’originale capacità di mescolare tra loro generi diversi come il noir e la distopia, con un suggestivo uso di cliché e di citazioni provenienti da un immaginario visivo squisitamente contemporaneo. E, in modo obliquo, il romanzo e il suo giovane autore gettano sull’oggi un perturbante e pungente sguardo radicale.

Una seconda menzione va a Il Faraone di Riccardo Luraschi, un’estesa e impeccabile costruzione narrativa chiaramente ispirata alle vicende italiane degli ultimi venticinque anni e al loro ancora non tramontato protagonista. La non facile materia è affrontata in un’inedita prospettiva, con un’eccellente scrittura dall’amplissima e perfettamente dominata tastiera di registri e di lessici.

 

La Giuria:

Teresa Ciabatti
Luca Doninelli
Maria Teresa Giaveri
Vanni Santoni
Mariapia Veladiano