Ancora un bel numero di iscritti, 808 (un numero palindromo, una sorta di arabesco algebrico), pur dopo la fine dell’isolamento pandemico, che aveva portato i partecipanti alla ubriacante e angelica cifra di 999 nella XXXIV edizione (2021): fu per noi un enorme impegno oltre che una splendida soddisfazione. Ma all’epoca anche noi ci muovevamo poco e riuscimmo ad affrontare l’impresa senza grosse difficoltà. Come si sa, infatti, ogni manoscritto riceve la sua mercede. E il giudizio che inviamo ci assorbe molte energie (d’altronde è il nostro patto con chi si è affidato a noi): lettura del testo, discussione, elaborazione della scheda, seguita da una revisione e dall’editing; e così il tempo scorre da ottobre, quando si inizia a leggere fino all’invio dei giudizi in piena estate. Colgo l’occasione per dire che, malgrado la nostra cura, non sempre i concorrenti risultano poi soddisfatti (pur se la maggioranza di chi ci scrive bisogna dire che ci ringrazia): anche qui per noi un’ulteriore incombenza, quella di rispondere a tutti… Sembrerebbe un lavoro senza fine, ma lo reputiamo utile e necessario. Cerchiamo di trattare tutti nella maniera più corretta e comprensiva (non ci piace la corriva ironia su un’Italia dove si scrive più di quanto non si legga), ma vorremmo anche che agli autori fosse chiaro che se tutti hanno il sacrosanto diritto di scrivere, una pratica che sicuramente mette in campo le risorse più intime di ciascuno, non sempre il risultato, sotto il profilo letterario e narrativo, è efficace e persuasivo. Ci piacerebbe che i nostri giudizi fossero visti soprattutto come strumenti di analisi sul proprio operato, come un orientamento nel campo della scrittura. Insomma partecipare per avere un riscontro, per essere letti, perché il nostro sforzo, la nostra voce, non cada nel vuoto. Se poi si viene segnalati o si finisce in finale, ben venga naturalmente, ed è anche legittimo ‒ e umano ‒ sperarlo.
Con gli 808 di quest’anno cercheremo di corrispondere al meglio al nostro patto con gli iscritti e in realtà è già due mesi che siamo, come si dice, sul pezzo, pur se la nostra non è certo una meccanica catena di montaggio. Infine auguri a tutti i concorrenti perché il loro cimento con le parole dia buoni frutti e un augurio a noi, di imbatterci, come sempre, in testi che perforino la realtà con una loro grana stilistica, e che ci facciano capire e vedere qualcosa che finora ci era sfuggito.
Mario Marchetti
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