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Call per autori esordienti di narrativa breve – 7° edizione

lunedì, 16 Dicembre 2024

7° EDIZIONE (2025)

CALL PER AUTORI ESORDIENTI DI NARRATIVA BREVE

CALVINO RACCONTI

RETELLING
ADOTTA UN INCIPIT O UN PERSONAGGIO E NARRA… A MODO TUO

Può essere l’incipit o il personaggio di un romanzo o di un racconto, ma può anche essere il personaggio di un manga o di un graphic novel. Si può attingere ai classici o ai contemporanei. Ogni genere è ben accetto.

a cura del Premio Italo Calvino
in collaborazione con il Book Pride e L’Indice dei Libri del Mese


Il Premio Italo Calvino, in collaborazione con il Book Pride e L’Indice dei Libri del Mese, indice la settima edizione del call per racconti brevi.

Il Direttivo del Premio selezionerà i dieci racconti finalisti. Tra questi saranno poi decretati due vincitori. Il primo a cura di una giuria tecnica composta da Isabella Ferretti (editrice), Francesca Mancini (coordinatrice editoriale del Book Pride), Andrea Pagliardi (direttore editoriale dell’Indice), Franco Pezzini (saggista) e Beatrice Salvioni (scrittrice e vincitrice della terza edizione del call); il secondo votato dal pubblico sul sito dell’Indice. Entrambi i racconti verranno pubblicati in un apposito speciale in uscita con il numero di giugno dell’Indice.

 

REQUISITI DI PARTECIPAZIONE

Racconto inedito (non deve essere mai comparso né in forma cartacea né online) di massimo 12.000 battute (spazi inclusi), titolo escluso, a tema “Retelling”.

Può essere l’incipit o il personaggio di un romanzo o di un racconto, ma può anche essere il personaggio di un manga o di un graphic novel. Si può attingere ai classici o ai contemporanei. Ogni genere è ben accetto.

Leggi qui l’approfondimento del presidente Mario Marchetti.

Ogni autore può partecipare con UN SOLO racconto.

L’autore deve essere in possesso dei diritti del racconto con cui intende partecipare.

Non sono ammessi racconti scritti da due o più autori.

L’autore non deve aver pubblicato alcuna raccolta autonoma di racconti (ogni altro tipo di pubblicazione è ammesso: racconti in antologia, autopubblicazioni, romanzi).
Se un’eventuale raccolta di racconti autonoma precedentemente pubblicata rientra in una delle seguenti categorie, l’autore può partecipare al call con un racconto inedito:

– autopubblicazioni (sia cartacee sia e-book),
– pubblicazioni sostenute in qualsiasi forma (ad es. acquisto copie o servizi) da un contributo dell’autore,
– edizioni a tiratura limitata a cura di associazioni ed enti locali,
– pubblicazioni con basse tirature (inferiori alle 300 copie) o con un ridotto numero di copie vendute (inferiore a 300 se cartacea oppure inferiore a 300 download se digitale),
– pubblicazioni tramite crowdfunding.

In caso di pubblicazioni precedenti, si prega di specificare nella mail di iscrizione a quale delle suddette categorie appartengono.

Non è ammessa la partecipazione ad altri concorsi con il racconto presentato al call.

La partecipazione comporta il pagamento di una quota di iscrizione pari a 20 euro da versare entro il 2 marzo. Il pagamento dovrà avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario.
Attenzione: non sono accettati bonifici istantanei.

Causale: “Racconti 2025”
IBAN IT 43 U 05018 01000 000011450558
intestato a: Associazione per il Premio Italo Calvino (Banca Etica)

 

COME PARTECIPARE

La prima fase delle selezioni avverrà a partire dall’incipit del racconto.

L’autore dovrà perciò mandare la propria candidatura all’indirizzo iscrizioni@premiocalvino.it con oggetto “RACCONTI INEDITI” indicando nel corpo della mail:

Nome
Cognome
Eventuale pseudonimo
Titolo del racconto
Luogo e data di nascita
Residenza
Recapiti (email e telefono)
Eventuali pubblicazioni precedenti (specificandone la categoria)

Allegare alla mail i seguenti file:
– l’incipit del racconto con cui si intende partecipare in formato .doc, .docx, .odt o .rtf
– un documento di identità
– la ricevuta del pagamento

L’incipit (che non deve superare le 1.500 battute, spazi inclusi) deve essere già completo di titolo; le battute del titolo non rientrano nel conteggio totale delle battute.

All’interno del file andranno pertanto inserite, in questo ordine, le seguenti informazioni:
– titolo del racconto con cui si partecipa
– dati dell’opera scelta per il retelling, specificandone il personaggio o l’incipit (titolo, autore, edizione, anno di pubblicazione)
– elemento scelto per il retelling: nome del personaggio oppure incipit dell’opera scelta (in quest’ultimo caso, l’incipit non deve superare le 300 battute, spazi inclusi; le battute dell’incipit di partenza non rientrano nel conteggio totale)
– testo elaborato del concorrente (che non deve superare le 1.500 battute, spazi inclusi)

Esempi di impostazione del file, in base all’elemento scelto (personaggio oppure incipit)

Denominare ogni file a partire dal cognome dell’autore, ad esempio per un concorrente di nome Paolo Rossi:

–> Rossi-incipit-2025
–> Rossi-pagamento-2025
–> Rossi-documento-2025

Si consiglia di procedere all’invio dell’incipit con attenzione: una volta inviato non sarà possibile apportare modifiche o sostituzioni.

Le candidature che perverranno al di fuori delle date previste, non conformi al regolamento o non complete dei dati e degli allegati richiesti non saranno prese in carico.

 

TEMPISTICHE E MODALITÀ DELLA SELEZIONE

Mandare la propria candidatura a partire dal 17 febbraio ed entro e non oltre il 2 marzo 2025.

Il Direttivo del Premio selezionerà, a suo insindacabile giudizio, almeno trenta incipit e pubblicherà sul sito del Premio (www.premiocalvino.it) l’elenco dei selezionati in data 21 marzo. Contestualmente verrà richiesto l’invio del racconto completo, da far pervenire non oltre il 24 marzo.

Tra i testi selezionati il Direttivo sceglierà una rosa di dieci racconti finalisti.

I nomi verranno pubblicati sul sito del Premio in data 17 aprile. In tale data compariranno anche sul sito dell’Indice dei Libri del Mese (www.lindiceonline.com), dove sarà possibile votare il proprio racconto preferito fino a domenica 27 aprile.

PREMIAZIONE E PUBBLICAZIONE

A tutti gli autori selezionati verrà offerta la scheda di lettura.

Ai dieci finalisti sarà inoltre offerto un colloquio individuale a cura del Direttivo del Premio.

L’incontro di chiusura, durante il quale verranno annunciati i vincitori di questa edizione del call, si terrà durante il Salone del Libro di Torino (15-19 maggio), alla presenza dei giurati. Maggiori dettagli saranno forniti appena possibile.

I due racconti vincitori saranno pubblicati in un apposito speciale in uscita con il numero di giugno dell’Indice dei Libri del Mese.

PARTECIPANDO AL CALL L’AUTORE ACCETTA IL PRESENTE BANDO E AUTORIZZA LA PUBBLICAZIONE DEL RACCONTO, SIA DA PARTE DELL’INDICE DEI LIBRI DEL MESE (ONLINE E CARTACEO) SIA IN UN’EVENTUALE ANTOLOGIA.

Per chiarimenti o ulteriori informazioni, consultare le Domande frequenti oppure scrivere a segreteria@premiocalvino.it.


Domande frequenti

Quale genere di racconto è ammesso al call?
Sono ammessi i racconti riconducibili a qualsiasi genere, purché rielaborati tramite un lavoro di retelling: a partire dal personaggio oppure dall’incipit di un racconto, un romanzo, ma anche un manga o un graphic novel. Si può attingere ai classici o ai contemporanei.

Cosa si intende per “retelling”?
Rivisitazione, riscrittura. Con il termine “retelling” si intende una rivisitazione o riscrittura di un testo a partire da un elemento di ispirazione, che può essere nel nostro caso un singolo personaggio oppure un incipit ripreso letteralmente dall’opera di partenza.

Disponibile qui l’approfondimento del presidente Mario Marchetti.

Ho già pubblicato, posso partecipare lo stesso?
Sì. Si possono avere pubblicazioni precedenti di qualsiasi natura, fuorché intere raccolte di racconti a proprio nome (a meno che non rientrino in uno dei casi descritti sotto). Anche la pubblicazione di singoli racconti (se non si tratta di quello con cui si partecipa al call) in antologie o riviste, eventuali autopubblicazioni e romanzi sono ammessi.
Se un’eventuale raccolta di racconti autonoma precedentemente pubblicata rientra in una delle seguenti categorie, l’autore può partecipare al call con un racconto inedito:

– autopubblicazioni (sia cartacee sia e-book),
– pubblicazioni sostenute in qualsiasi forma (ad es. acquisto copie o servizi) da un contributo dell’autore,
– edizioni a tiratura limitata a cura di associazioni ed enti locali,
– pubblicazioni con basse tirature (inferiori alle 300 copie) o con un ridotto numero di copie vendute (inferiore a 300 se cartacea oppure inferiore a 300 download se digitale),
– pubblicazioni tramite crowdfunding.

Posso partecipare con lo stesso racconto ad altri concorsi?
No. Il racconto con cui si partecipa deve essere totalmente inedito: non deve essere mai comparso né in forma cartacea né online, né concorrere ad altre iniziative.

Sono già in concorso al Premio Calvino (38° ed.), posso partecipare anche al call?
Sì. Le due iniziative sono indipendenti l’una dall’altra.

Vorrei partecipare in futuro al Premio Calvino, posso comunque partecipare al call?
Sì. Anche in questo caso, le due iniziative sono indipendenti l’una dall’altra.

Ho già partecipato al call l’anno scorso, posso partecipare di nuovo?
Sì.

Vengono conteggiate tutte le battute?
No. Solo quelle effettivamente elaborate dall’autore. Non rientrano nel conteggio: il titolo, le indicazioni sull’opera di riferimento e l’eventuale incipit originale (se si è scelta questa opzione).

Se l’incipit o il racconto supera le battute massime previste, c’è un margine di tolleranza?
No. Il limite massimo di battute è tassativo, sia per quanto riguarda l’incipit (1.500) sia per quanto riguarda il racconto completo, che non dovrà superare le 12.000 battute complessive (titolo escluso).

È previsto anche un limite minimo di battute?
No. L’incipit e l’eventuale racconto completo possono anche essere più brevi rispetto al limite massimo indicato (rispettivamente 1.500 e 12.000 battute, spazi inclusi).

Il racconto deve avere un titolo?
Sì. Ogni racconto deve avere un suo titolo (le cui battute non rientrano nel conteggio complessivo) e deve essere diverso dal tema. Il titolo va indicato già all’invio dell’incipit.

Ci sono limiti di età per poter partecipare?
No. Come per il Premio Calvino, non sono previsti limiti di età.

909

martedì, 3 Dicembre 2024

XXXVIII edizione: ecco il nuovo numero che esce dal cilindro degli iscritti. Un numero casuale? Non proprio: è il frutto dell’attento e certosino lavoro che svolgiamo da anni come Premio. Dai tempi del Covid, in particolare, che hanno visto un più forte generale ripiegamento soggettivo e una più intensa dedizione alla scrittura, veleggiamo tra gli 800 e il migliaio di concorrenti. Significativo è il fatto che tra questi siano numerosi coloro che si ripresentano o con un nuovo titolo o avendo rivisto il testo già inviato: evidentemente si fidano di noi e dei nostri giudizi e noi ne siamo felici. Insomma − ed è una delle nostre peculiarità – li accompagniamo nel loro percorso di scrittura. Qualcuno ce la farà infine ad emergere nel Premio e editorialmente. Ma per tutti, sicuramente, ci sarà stato un rafforzamento della propria autoconsapevolezza autoriale per non dire della sensazione che le loro parole abbiano avuto un ascolto. Non ci sono peraltro mancate le critiche a cui abbiamo risposto sempre con rispetto e insieme con franchezza, convinti come siamo che un giudizio, da una parte, sia necessario, ma che non sia, comunque, una sentenza definitiva. Non ultimo motivo dell’ampio riscontro avuto è che non ci siano limitazioni di età per partecipare: e così abbiamo insieme adolescenti e anziani, ciascuno con la sua costellazione immaginaria e col suo bagaglio di esperienze. E di conseguenza abbiamo esordi tardivi ed esordi precoci: presto ne daremo notizia per la XXXVII edizione. Ma nel 2024 abbiamo già avuto un bell’esordio tardivo con il multicolore La vita avventurosa dell’acciuga cantabrica di Lucio Di Cicco nelle eleganti edizioni L’orma. Come abbiamo avuto un innovativo giovane esordio con White People Rape Dogs di Jacopo Iannuzzi per Einaudi Stile Libero, che va ad aggiungersi ai giovani esordi degli ultimissimi anni − per limitarci ai vincitori − di Nicolò Moscatelli, Maddalena Fingerle e Gennaro Serio: tutti testi che si inoltrano per strade stimolanti e poco battute. L’augurio che ci facciamo e che facciamo ai nostri concorrenti è che anche quest’anno ci sia un buon raccolto. Il numero palindromo 909 è di certo di buon auspicio con l’apertura in ogni senso che sottende.

3 novembre 2024
Mario Marchetti, presidente del Premio Italo Calvino

Ed eccoci ai segnalati della XXXVII edizione (con contrappunto)

martedì, 20 Agosto 2024

È stato impegnativo rileggere tutti i più di ottocento giudizi elaborati dai gruppi di lettura (il loro invio agli autori è ormai a buon punto), ma necessario per poter definire con la massima equità possibile quali testi fossero particolarmente e comparativamente meritevoli di segnalazione. I concorrenti ci scuseranno per l’attesa a cui li abbiamo sottoposti, ma sarebbe stato difficile fare diversamente. Certo per chi volesse ripresentare il suo libro con gli interventi consigliati alla nuova XXXVIII edizione il tempo a disposizione non è più molto. Ma vorremmo dirgli/dirle di non avere fretta, di permettere all’opera di sedimentare nella sua mente e di riprenderla in mano solo dopo aver lasciato che le indicazioni ricevute e il tempo abbiano agito dentro di lui/lei. Il lavoro sulla lingua e sulla costruzione di un testo narrativo richiede tempo, pazienza, esitazione. È necessario provare e riprovare. Non buttarsi a capofitto.

(Continua a leggere)

Le prime firme

giovedì, 8 Agosto 2024

Ed eccoci alle prime acquisizioni estive dei nostri autori della XXXVII edizione, e altro.

Il vincitore Simone Torino col suo Macaco e la menzione speciale della giuria Elisa Menon con il suo Guance bianche e rosse. Elda è salita alle Malghe hanno firmato con Einaudi.

Macaco, operaio agricolo per scelta, conduce una vita fatta di gesti legati al lavoro, di quotidianità, di relazioni amicali nella defilata atmosfera della Val d’Aosta, tra il solito bar, un ristorante e la palestra. Una lingua di grande efficacia, rapida e martellante, trascina immediatamente il lettore nell’universo etico di un ambientalista senza proclami.

Elda, giovane friulana accusata da Radio Londra di essere una spia al soldo dei nazisti, si trovò coinvolta nel drammatico episodio partigiano di Porzûs nel febbraio 1945. Menon con grande pietas ripercorre i suoi ultimi passi: un testo esemplare su come affrontare ferite ancora aperte della nostra storia.

Enrico Fink, menzione speciale del Direttivo, ha firmato con Lindau per il suo Patrilineare, un memoir tra invenzione e ricordo che si inserisce tra struggimento e ironia nel grande alveo della narrativa di recupero della memoria ebraica.

E, infine, l’agguerrita FuoriAsse Edizioni ha messo gli occhi su Giallo buio di Licia Martella (finalista alla XXXVI edizione) per la sua nuova collana di narrativa. Anche qui un tema di grande attualità sviluppato in maniera brillante, con un tocco di suspense: il rapporto tra due donne, una che serve, l’altra abituata a farsi innocentemente servire (le classi non sono morte), sullo sfondo di un matrimonio felice basato sul vuoto.

Auguriamo a questi testi, che abbiamo amato e apprezzato, lunga vita e soprattutto che vengano letti perché non potranno non lasciare traccia.

Mario Marchetti

Il bando della XXXVIII edizione

lunedì, 17 Giugno 2024

Premio Italo Calvino
XXXVIII edizione
2024-2025

– iscrizioni aperte dal 10 luglio al 09 ottobre 2024 –

1) L’Associazione per il Premio Italo Calvino, in collaborazione con la rivista “L’Indice”, bandisce la trentottesima edizione del concorso letterario per testi inediti di scrittori esordienti.

2) Si concorre inviando un’opera inedita di narrativa in lingua italiana: romanzo, racconto o raccolta di racconti; la lunghezza complessiva minima dell’opera in concorso deve essere superiore alle 70.000 battute, spazi inclusi.

Non è prevista la partecipazione di opere che possano rientrare nella categoria della narrativa per ragazzi o infantile.

(altro…)

COMUNICATO DELLA GIURIA – XXXVII EDIZIONE

martedì, 4 Giugno 2024

Simone Torino è il vincitore della XXXVII edizione del Premio Italo Calvino con il romanzo Macaco. Due menzioni speciali della Giuria a pari merito vengono assegnate a Saverio Gangemi per Calùra e a Elisa Menon per Guance bianche e rosse. Elda è salita alle Malghe.
Il vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati dai giurati Viola Ardone, Beatrice Manetti, Roberta Mazzanti, Andrea Pomella, Alessandro Zaccuri durante la Cerimonia di Premiazione che si è svolta al Circolo dei lettori di Torino.


Questa la motivazione della Giuria per l’opera vincitrice:

«La Giuria, preso atto del ricco ventaglio delle scritture e delle narrazioni pervenute e del loro complessivo buon livello, decide di assegnare il Premio a Macaco di Simone Torino. Una voce singolare per descrivere un mondo ai margini che si credeva scomparso, quello agricolo, non senza incursioni altrove. Grazie a una lingua spezzata che incide azioni e pensieri si viene immediatamente trascinati all’interno dell’universo del protagonista, un universo insieme poetico e di terra, innervato sotto traccia di istanze etiche. Una storia semplice, fatta di gesti legati al lavoro, di quotidianità solitaria, di momenti minimi di relazioni amicali, ed è questa la sua magia.»


Queste le motivazioni per le menzioni speciali della Giuria:

«Calùra di Saverio Gangemi mette in scena, in un’atmosfera fuori del tempo, arcaica, dai tratti fiabeschi, l’inaridirsi della natura fino alla sua estinzione. È terminato un ciclo cosmico, un altro inizierà preannunciato da un vento misterioso. Una versione originale di climate fiction dai tratti allegorici, alla cui aura fascinosa dà sostanza un’invenzione linguistica che fonde con perizia registro colto, elementi dialettali e parole dismesse.
Guance bianche e rosse. Elda è salita alle Malghe di Elisa Menon, focalizzato su uno dei momenti più tragici degli anni partigiani, ricostruisce, reinterpretando fatti noti, il profilo di una giovane donna cancellata dalla memoria con lo stigma di essere stata una spia al soldo dei nazisti. Una narrazione dal ritmo serrato, drammaturgica, di ellittica reticenza, che penetra nella grande storia attingendo con pietas alla storia personale.»

(scarica il comunicato stampa)

XXXVII edizione del Premio Italo Calvino
annuncio dei testi finalisti

martedì, 28 Maggio 2024

Il Premio Italo Calvino annuncia le opere finaliste della XXXVII edizione, scelte dal Comitato di lettura del Premio tra gli 827 manoscritti partecipanti al bando e poi sottoposte al giudizio della Giuria composta, quest’anno, da Viola Ardone, Beatrice Manetti, Roberta Mazzanti, Andrea Pomella, Alessandro Zaccuri.

I nove testi inediti di autori esordienti, tra cui i giurati decreteranno il vincitore e le menzioni speciali, sono:
El Moscardón. La vita sufficiente di Martín Primaro di Ezio Azzollini,
Calùra di Saverio Gangemi,
Nel nome tuo di Maria La Tela,
Guance bianche e rosse. Elda è salita alle malghe di Elisa Menon,
La follia dei gigli di Maria Sofia Mormile,
La cecilia di Michela Panichi,
Diaboli virtus di Diego Pellizzari,
Biografia del vuoto di Filippo Rosso,
Macaco di Simone Torino.

La cerimonia di premiazione si svolgerà martedì 4 giugno, a partire dalle ore 17, al Circolo dei lettori di Torino, alla presenza dei finalisti, dei giurati e del direttivo del Premio – composto da Franca Cavagnoli, Anna Chiarloni, Mario Marchetti, Laura Mollea, Carla Sacchi Ferrero – che consegnerà una “menzione speciale del Direttivo” a Patrilineare di Enrico Fink “per l’inedito taglio con cui si inserisce nel grande alveo narrativo di recupero della memoria ebraica”.

Sarà possibile seguire la cerimonia anche in diretta streaming sul profilo Facebook e sul canale YouTube del Premio (@premio.calvino).

A partire da mercoledì 29 maggio, sui canali social e su questo sito saranno disponibili, due al giorno, i video di presentazione dei testi finalisti: conterranno la voce dell’autore, la lettura di un brano e una breve analisi critica.

vai alla pagina dei finalisti ->

“Trame interspecie” si è concluso

lunedì, 20 Maggio 2024

Venerdì 10 maggio al Salone del Libro di Torino si è svolto l’incontro di chiusura del call per la narrativa breve indetto per il 2024 dal Premio Calvino. Sono stati presentati i 10 racconti finalisti e si sono annunciati i due vincitori, quello della Giuria (Isabella Ferretti, Orazio Labbate, Andrea Pagliardi e Franco Pezzini), e quello del pubblico che ha potuto votare online sul sito dell’Indice. Il quadro emerso dai finalisti nell’insieme si è rivelato variegato e stimolante. L’incontro è stato preceduto, com’è ormai tradizione, da fruttuosi colloqui di orientamento con gli autori, tenuti dai membri del Direttivo.

La Giuria ha incoronato Polli fritti coi piedi di Pietro Verzina con la seguente motivazione:

La Giuria del Call per la narrativa breve “Trame interspecie” organizzato dal Premio Calvino insieme alla rivista “L’Indice” e al Book Pride, preso atto di una generale buona qualità dei racconti ad essa pervenuti, decide di assegnare il Premio a Polli fritti coi piedi, di Pietro Verzina. Un lucido e paradossale viaggio nell’orrore che, ironizzando amaramente sulle mode imperanti della cucina gourmet ad ogni costo, ci trasporta nel cuore della nostra ipocrisia fino al limite del tabù. In un futuro fin troppo presente, polli e maiali vivi, allevati già cotti e incapaci di provare dolore, offrono mansueti le loro parti migliori agli avventori famelici di ristoranti di lusso che organizzano cene per novelli Trimalcioni. Un’idea folgorante spinta fino alle sue più feroci conseguenze, resa con una prosa chirurgicamente evocativa capace di problematizzare in modo intelligente e non banale i temi centrali della nostra contemporaneità senza mai sfiorare l’apologo, invitando il lettore a riflettere sull’etica del consumo di carne e sulle implicazioni sociali della manipolazione genetica.

Il premio pop è andato invece a Le mie radici della giovane Chiara Sabatini, racconto in cui assistiamo a una barocca vicenda di passaggi da umano a vegetale e da vegetale a umano all’interno di un appartamento cittadino che a poco a poco assume i tratti di un bosco selvatico dove le piante paiono detenere una sorta di supremazia etica e di potere: dall’orchidea-donna, che una volta pienamente trasformata in umana, si farà catturare dallo schermo televisivo prima di essere divorata dai lombrichi, e dal suo connubio con l’uomo-salice nascerà una figlia che si assimilerà al padre ormai albero fronzuto rifiutando il mondo tecnologico e le velleitarie aspirazioni consumistiche materne.

Ringraziamo tutti gli autori per l’entusiasmo con cui hanno partecipato. E ricordiamo ancora che sul numero di giugno dell’Indice comparirà uno Speciale dedicato al tema dell’interspecie, che includerà anche i due racconti vincitori; chi invece volesse leggere i racconti finalisti potrà farlo su questa pagina.

Qui di seguito, il commento del presidente del Premio Mario Marchetti.

I racconti finalisti, selezionati a cura del Direttivo del Premio, attraverso una serie di tappe intermedie a partire dai 913 incipit pervenuti al concorso, hanno saputo sviluppare con una scrittura sempre consapevole e con toni oscillanti nel registro, ma mai estremizzati, una serie di suggestioni germogliate dall’argomento proposto. Sicuramente il tema della metamorfosi nelle sue varie declinazioni è quello che ha più coinvolto: il delicato Il mare arcobaleno dei bambini corallo di Germano Antonucci, pur prendendo spunto dalle mutazioni indotte da un ambiente irreversibilmente sfregiato dall’impronta umana, si chiude con un’inaspettata nota di speranza ‒ i bambini corallo segneranno comunque un nuovo inizio, una nuova nascita di per sé gravida di inedite possibilità come ci ha insegnato la filosofa Hannah Arendt; nel testo vincitore del premio pop, Le mie radici della giovane Chiara Sabatini, assistiamo a una barocca vicenda di passaggi da umano a vegetale e da vegetale a umano all’interno di un appartamento cittadino che a poco a poco assume i tratti di un bosco selvatico dove le piante paiono detenere una sorta di supremazia etica e di potere: dall’orchidea-donna, che una volta pienamente trasformata in umana, si farà catturare dallo schermo televisivo prima di essere divorata dai lombrichi, e dal suo connubio con l’uomo-salice nascerà una figlia che si assimilerà al padre ormai albero fronzuto rifiutando il mondo tecnologico e le velleitarie aspirazioni consumistiche materne; in Memento fiori di Filippo Rossi una situazione di solidarietà esistenziale tra un nonno di matrice contadina e il nipote, uno sradicato dei nostri tempi, dedito un po’ all’alcol, un po’ alle sostanze, s’intreccia in modo struggente con un fenomeno, forse allucinatorio, di trasformazione del vecchio in calicanto, in cui gli eventi del morire e del fiorire si stemperano l’uno nell’altro ‒ anche qui come in Antonucci si intravede un barlume di speranza, ma, diversamente, in una morte vista come tassello di un ciclo di riproduzione e di rigenerazione. A questo punto ci possiamo collegare al pezzo dal medesimo titolo, Rigenerazione di Ernesto Bertolino, in apparenza fuori del coro, ma non invece se si interpreta in senso lato il tema del call che, oltre a mirare a processi metamorfici, intendeva restituire soggettività a ogni altro, umano animale vegetale pietra o cosa; qui, il protagonista, il maliano Mamadou, figlio di una società indigente, sa ridare vita agli oggetti scartati dalla bramosia occidentale facendone riemergere la storia e soprattutto la storia del lavoro in essi compresso e contenuto. Di futuribile ingegneria genetica, ma non solo, ci parlano Michele Ghiotti e Pietro Verzina. Ghiotti, in Carne della mia carne, occhi dei miei occhi, con un’inventiva disposizione grafica mette in scena, all’interno di una clinica stellata, tra aspidistre e musica classica filodiffusa, due esperimenti speculari di ibridazione delle specie: da una parte una scimpanzé destinata a produrre umani, dall’altra una donna a cui viene impiantato il clone del suo amato cagnolino morto, il suo Cal, per farlo rivivere. Le cose non vanno come previsto e alla fine vedremo la scimpanzé fuggire con il bimbo-cagnolino partorito dalla donna: un risarcimento per i tanti neonati che le sono stati sottratti, rifiutando così il ruolo di mera macchina generativa. Analogamente in Polli fritti coi piedi, che si è aggiudicato la palma della giuria, Verzina affronta antifrasticamente, con un tono tra il grottesco e lo scanzonato, la questione delle sofferenze che infliggiamo agli animali non umani ridotti anch’essi a mere macchine, produttive, nel caso, di carne da alimentazione. Nel futuro visionario tratteggiato, la Alive Foods è specializzata in carne cotta viva di cui ci si può nutrire attingendo direttamente alla fonte, ovvero all’animale produttore, senza che esso ne soffra. Le cose si fanno via via più sofisticate in un delirio da gourmet fino ad arrivare a una raffinata antropofagia sempre senza strazio e patimento: un tocco geniale alla Swift. Ci immettiamo in un’originale prospettiva femminista con Femina glucosia di Daniela Tallini: qui le specie in campo sono, da una parte, la donna, appunto glucosia, dall’altra l’homo sapiens, ossia l’uomo patriarcale, nella narrazione una coppia padre-figlia. La figlia, cui è stato impedito di completare gli studi di chimica, perché donna, ed è stata nell’adolescenza presa a cinghiate per i suoi supposti peccati di carne, dopo tanti anni viene chiamata al capezzale del padre diabetico gravemente malato. Certo torna, per prolungarne però, tra vendetta e rivolta, le sofferenze con abili dosaggi di insulina: ma alla fine prevarrà il senso di colpa interiorizzato. Con Scuoiatura di Adriano Russo siamo ancora ai ruoli imposti, per la precisione, di un padre nei confronti del figlio maschio che deve iniziarsi alla pratica virile della violenza e del sangue, cancellando le influenze materne. Tutto avviene nel corso di una angosciosa e spaesante caccia all’uomo. Siamo in un mondo distopico rovesciato dove i lupi sono esseri affini e i cervi creature inquietanti dalle orbite vuote e dove le specie in gioco sono umanoidi scimmieschi ‒ come i protagonisti ‒ e i pochi e impauriti uomini superstiti. L’esperienza iniziatica della scuoiatura umana si rivelerà tanto coinvolgente che il bambino non vedrà l’ora di ripeterla. I due titoli restanti hanno in comune un sottile taglio ironico e come protagonisti degli insetti. In Come sbarazzarsi dei tarli di Stefano Costacurta si dà voce, in una sorta di pseudo saggio erudito con tanto di note, all’ossessione per le larve che vivono nel legno nutrendosene, scavando gallerie e producendo un martellante rumore notturno, tanto più persecutorio se si pensa che l’incubazione dell’insetto adulto prima dello sfarfallamento può durare anni. Il racconto si distingue per una lingua precisa, parodisticamente scientifica, per l’uso controllato ed evocativo di onomatopee e segni grafici e per la sua valenza metaforica. Il tarlo del legno, come si conclude, e com’è noto, è assai difficilmente estirpabile come peraltro ogni nostro tormentoso assillo. Il disturbatore delle mosche di Matteo Fachechi vede all’opera una bizzarra accademia che si riunisce ogni venerdì in una biblioteca per discutere dei massimi sistemi, in particolare ‒ come scoprirà il giovane assunto per tenere lontane dai cinque dotti membri le mosche senza far loro del male ‒ di utopici contratti sociali. Perché trattare con tanta delicatezza le trentaquattro mosche con le quali condividono lo spazio? Si capirà che nel consorzio di questi insetti i sapienti soci vedono, con uno straniante scivolamento simbolico, un’associazione di soggetti liberi, liberati anche dal lavoro per procurarsi il sostentamento, visto che fruiscono delle fatiche altrui. Il solerte giovane disturbatore alla fine sarà avviato a far parte di questa privilegiata comunità facendosi anch’egli mosca tra le mosche, chissà se non tutte ex uomini. Un declassamento o un avanzamento verso l’empireo?

Un quadro nell’insieme stimolante e variegato e di questo ringraziamo gli autori.