Mercoledì 24 marzo
Con le sue mani bianche e affusolate, la mamma ha cominciato a servire i pasticcini ad Anton reggendoli sulla punta di una minuscola forchetta.
– Vostro padre è molto malato. Mi occuperò io di lui da ora in poi, – ci ha detto Anton senza guardarci in faccia ma continuando a sorridere alla mamma. – Farò tutto il possibile ma dovete cominciare ad abituarvi al peggio. Capite?
Io e Cecilia siamo rimaste immobili. Le ho preso la mano da sotto il tavolo ed era fredda come quella di una morta.
– Papà potrebbe morire, – ha insistito la mamma tormentando una collanina di perle azzurre.
Noi siamo state zitte.
– Non vi importa? Non vi dispiace neanche un po’?
La mamma ci guardava coi suoi occhi belli e tristi.
– No, – abbiamo risposto all’unisono. Non vogliamo mostrarci deboli di fronte alla mamma. Non ci fidiamo di lei.
Gli occhi le si sono riempiti di lacrime grosse come mirtilli.
– Ho cercato di educarvi ma non ci sono riuscita, – ci ha detto pulendosi gli occhi lucidi con un tovagliolo bianco.
Anton ha allungato una mano verso di lei come per chiuderle le labbra.
– Non potevi, Olga. Loro sono…come dire?
– Avete preso da vostro padre, – ha concluso la mamma come se vomitasse una mela. – Dalla sua famiglia. La maledetta famiglia. I Soffici.
Io e Cecilia ci siamo guardate. Pensiamo di non aver preso da nessuno. Non abbiamo bisogno degli altri.
Anton ha sgranocchiato i pasticcini e ha continuato a lanciarci degli sguardi cattivi coi suoi occhietti rossi.
– I Soffici, – ha scandito come se pronunciasse una bestemmia. Poi ha alzato gli occhi al cielo e dalla pelliccia grigia ha estratto un libretto. Lo ha poggiato sulle ginocchia e ha cominciato a sussurrare qualcosa di incomprensibile.
Forse è un prete.
La mamma gli è andata vicino e gli ha accarezzato la testa. Noi abbiamo chiesto il permesso di tornare in camera nostra e ce lo hanno concesso. Abbiamo dato un bacio sulla guancia al nostro nuovo cugino e siamo andate via.
Speriamo che Anton muoia.
E’ malvagio e ha un odore cattivo.
Più tardi abbiamo acceso la televisione e abbiamo sentito le urla di papà che veniva portato in soffitta. Ci dispiace per lui ma non possiamo aiutarlo.
Abbiamo guardato un programma comico.
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