IL REGALO CHE RESPIRA
Bambina corre verso il marciapiede. Già quasi le escono le lacrime e sente di non respirare più, sta in apnea sul fondo della piscina a contare mattonelle azzurre. Una, due. Fa’ che non mi sto sbagliando. Tre, quattro. Fa’ che non mi sto sbagliando. Cinque. Fa’ che. Non si è sbagliata. Sei, sette. Sa di non essersi sbagliata anche se ancora non lo vede, vede solo schiene chinate e si sente dare buffetti sulle guance e tutti le sorridono. Otto. Scansatevi, scansatevi tutti. Nove. È un regalo che respira. È un regalo che respira. Eccolo. Dieci. Dieci mattonelle. Dieci anni appena compiuti. Adesso si torna in superficie. Respira Bambina, respira.
Poi, lui è lì. Sporco, incrostato, scheletrico.
…
La ‘cosa’ è il cane più bello che Bambina abbia mai visto. Trema, ma non è il freddo. La coda è invisibile, passa all’indietro tra le gambe posteriori e finisce aderendo alla pancia; anche le orecchie sono tirate indietro, come da un vento fortissimo. Sul muso nero, tra gli occhi, finisce la punta bianca di una stella il cui resto non si vede.
…
Toccarlo è sapere che è vero, è registrarlo nelle dita, sapere cosa significa ‘per sempre’, e dividere la vita in prima e dopo. Toccarlo è guardare negli anni che verranno. Sapere che il suo nome non è uno di quelli a cui Bambina aveva sempre pensato, Poldo Pluto Pippo. Il suo nome è Charlie come in Charlie, anche i cani vanno in Paradiso: le mani, lo hanno deciso.
Adesso Bambina vorrebbe lasciare tutto lì, torta, regali, invitati, conto da pagare e persino nonni. Andiamo a casa, dice a sua madre. Andate a casa tutti, la festa è finita, vorrebbe dire agli altri. …Soffia sulle candeline come creando un piccolo uragano, rifiuta la sua porzione di torta, scarta i regali gridando ringraziamenti esagerati per non tradire l’assoluto disinteresse verso qualsiasi regalo che non respiri.
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