Giurie

GENNAIO COME di MICHELA MONFERRINI

venerdì, 15 Giugno 2012

IL REGALO CHE RESPIRA

 

Bambina corre verso il marciapiede. Già quasi le escono le lacrime e sente di non respirare più, sta in apnea sul fondo della piscina a contare mattonelle azzurre. Una, due. Fa’ che non mi sto sbagliando. Tre, quattro. Fa’ che non mi sto sbagliando. Cinque. Fa’ che. Non si è sbagliata. Sei, sette. Sa di non essersi sbagliata anche se ancora non lo vede, vede solo schiene chinate e si sente dare buffetti sulle guance e tutti le sorridono. Otto. Scansatevi, scansatevi tutti. Nove. È un regalo che respira. È un regalo che respira. Eccolo. Dieci. Dieci mattonelle. Dieci anni appena compiuti. Adesso si torna in superficie. Respira Bambina, respira.
Poi, lui è lì. Sporco, incrostato, scheletrico.

La ‘cosa’ è il cane più bello che Bambina abbia mai visto. Trema, ma non è il freddo. La coda è invisibile, passa all’indietro tra le gambe posteriori e finisce aderendo alla pancia; anche le orecchie sono tirate indietro, come da un vento fortissimo. Sul muso nero, tra gli occhi, finisce la punta bianca di una stella il cui resto non si vede.

Toccarlo è sapere che è vero, è registrarlo nelle dita, sapere cosa significa ‘per sempre’, e dividere la vita in prima e dopo. Toccarlo è guardare negli anni che verranno. Sapere che il suo nome non è uno di quelli a cui Bambina aveva sempre pensato, Poldo Pluto Pippo. Il suo nome è Charlie come in Charlie, anche i cani vanno in Paradiso: le mani, lo hanno deciso.
Adesso Bambina vorrebbe lasciare tutto lì, torta, regali, invitati, conto da pagare e persino nonni. Andiamo a casa, dice a sua madre. Andate a casa tutti, la festa è finita, vorrebbe dire agli altri. …Soffia sulle candeline come creando un piccolo uragano, rifiuta la sua porzione di torta, scarta i regali gridando ringraziamenti esagerati per non tradire l’assoluto disinteresse verso qualsiasi regalo che non respiri.