call racconti 2024

“Trame interspecie” si è concluso

lunedì, 20 Maggio 2024

Venerdì 10 maggio al Salone del Libro di Torino si è svolto l’incontro di chiusura del call per la narrativa breve indetto per il 2024 dal Premio Calvino. Sono stati presentati i 10 racconti finalisti e si sono annunciati i due vincitori, quello della Giuria (Isabella Ferretti, Orazio Labbate, Andrea Pagliardi e Franco Pezzini), e quello del pubblico che ha potuto votare online sul sito dell’Indice. Il quadro emerso dai finalisti nell’insieme si è rivelato variegato e stimolante. L’incontro è stato preceduto, com’è ormai tradizione, da fruttuosi colloqui di orientamento con gli autori, tenuti dai membri del Direttivo.

La Giuria ha incoronato Polli fritti coi piedi di Pietro Verzina con la seguente motivazione:

La Giuria del Call per la narrativa breve “Trame interspecie” organizzato dal Premio Calvino insieme alla rivista “L’Indice” e al Book Pride, preso atto di una generale buona qualità dei racconti ad essa pervenuti, decide di assegnare il Premio a Polli fritti coi piedi, di Pietro Verzina. Un lucido e paradossale viaggio nell’orrore che, ironizzando amaramente sulle mode imperanti della cucina gourmet ad ogni costo, ci trasporta nel cuore della nostra ipocrisia fino al limite del tabù. In un futuro fin troppo presente, polli e maiali vivi, allevati già cotti e incapaci di provare dolore, offrono mansueti le loro parti migliori agli avventori famelici di ristoranti di lusso che organizzano cene per novelli Trimalcioni. Un’idea folgorante spinta fino alle sue più feroci conseguenze, resa con una prosa chirurgicamente evocativa capace di problematizzare in modo intelligente e non banale i temi centrali della nostra contemporaneità senza mai sfiorare l’apologo, invitando il lettore a riflettere sull’etica del consumo di carne e sulle implicazioni sociali della manipolazione genetica.

Il premio pop è andato invece a Le mie radici della giovane Chiara Sabatini, racconto in cui assistiamo a una barocca vicenda di passaggi da umano a vegetale e da vegetale a umano all’interno di un appartamento cittadino che a poco a poco assume i tratti di un bosco selvatico dove le piante paiono detenere una sorta di supremazia etica e di potere: dall’orchidea-donna, che una volta pienamente trasformata in umana, si farà catturare dallo schermo televisivo prima di essere divorata dai lombrichi, e dal suo connubio con l’uomo-salice nascerà una figlia che si assimilerà al padre ormai albero fronzuto rifiutando il mondo tecnologico e le velleitarie aspirazioni consumistiche materne.

Ringraziamo tutti gli autori per l’entusiasmo con cui hanno partecipato. E ricordiamo ancora che sul numero di giugno dell’Indice comparirà uno Speciale dedicato al tema dell’interspecie, che includerà anche i due racconti vincitori; chi invece volesse leggere i racconti finalisti potrà farlo su questa pagina.

Qui di seguito, il commento del presidente del Premio Mario Marchetti.

I racconti finalisti, selezionati a cura del Direttivo del Premio, attraverso una serie di tappe intermedie a partire dai 913 incipit pervenuti al concorso, hanno saputo sviluppare con una scrittura sempre consapevole e con toni oscillanti nel registro, ma mai estremizzati, una serie di suggestioni germogliate dall’argomento proposto. Sicuramente il tema della metamorfosi nelle sue varie declinazioni è quello che ha più coinvolto: il delicato Il mare arcobaleno dei bambini corallo di Germano Antonucci, pur prendendo spunto dalle mutazioni indotte da un ambiente irreversibilmente sfregiato dall’impronta umana, si chiude con un’inaspettata nota di speranza ‒ i bambini corallo segneranno comunque un nuovo inizio, una nuova nascita di per sé gravida di inedite possibilità come ci ha insegnato la filosofa Hannah Arendt; nel testo vincitore del premio pop, Le mie radici della giovane Chiara Sabatini, assistiamo a una barocca vicenda di passaggi da umano a vegetale e da vegetale a umano all’interno di un appartamento cittadino che a poco a poco assume i tratti di un bosco selvatico dove le piante paiono detenere una sorta di supremazia etica e di potere: dall’orchidea-donna, che una volta pienamente trasformata in umana, si farà catturare dallo schermo televisivo prima di essere divorata dai lombrichi, e dal suo connubio con l’uomo-salice nascerà una figlia che si assimilerà al padre ormai albero fronzuto rifiutando il mondo tecnologico e le velleitarie aspirazioni consumistiche materne; in Memento fiori di Filippo Rossi una situazione di solidarietà esistenziale tra un nonno di matrice contadina e il nipote, uno sradicato dei nostri tempi, dedito un po’ all’alcol, un po’ alle sostanze, s’intreccia in modo struggente con un fenomeno, forse allucinatorio, di trasformazione del vecchio in calicanto, in cui gli eventi del morire e del fiorire si stemperano l’uno nell’altro ‒ anche qui come in Antonucci si intravede un barlume di speranza, ma, diversamente, in una morte vista come tassello di un ciclo di riproduzione e di rigenerazione. A questo punto ci possiamo collegare al pezzo dal medesimo titolo, Rigenerazione di Ernesto Bertolino, in apparenza fuori del coro, ma non invece se si interpreta in senso lato il tema del call che, oltre a mirare a processi metamorfici, intendeva restituire soggettività a ogni altro, umano animale vegetale pietra o cosa; qui, il protagonista, il maliano Mamadou, figlio di una società indigente, sa ridare vita agli oggetti scartati dalla bramosia occidentale facendone riemergere la storia e soprattutto la storia del lavoro in essi compresso e contenuto. Di futuribile ingegneria genetica, ma non solo, ci parlano Michele Ghiotti e Pietro Verzina. Ghiotti, in Carne della mia carne, occhi dei miei occhi, con un’inventiva disposizione grafica mette in scena, all’interno di una clinica stellata, tra aspidistre e musica classica filodiffusa, due esperimenti speculari di ibridazione delle specie: da una parte una scimpanzé destinata a produrre umani, dall’altra una donna a cui viene impiantato il clone del suo amato cagnolino morto, il suo Cal, per farlo rivivere. Le cose non vanno come previsto e alla fine vedremo la scimpanzé fuggire con il bimbo-cagnolino partorito dalla donna: un risarcimento per i tanti neonati che le sono stati sottratti, rifiutando così il ruolo di mera macchina generativa. Analogamente in Polli fritti coi piedi, che si è aggiudicato la palma della giuria, Verzina affronta antifrasticamente, con un tono tra il grottesco e lo scanzonato, la questione delle sofferenze che infliggiamo agli animali non umani ridotti anch’essi a mere macchine, produttive, nel caso, di carne da alimentazione. Nel futuro visionario tratteggiato, la Alive Foods è specializzata in carne cotta viva di cui ci si può nutrire attingendo direttamente alla fonte, ovvero all’animale produttore, senza che esso ne soffra. Le cose si fanno via via più sofisticate in un delirio da gourmet fino ad arrivare a una raffinata antropofagia sempre senza strazio e patimento: un tocco geniale alla Swift. Ci immettiamo in un’originale prospettiva femminista con Femina glucosia di Daniela Tallini: qui le specie in campo sono, da una parte, la donna, appunto glucosia, dall’altra l’homo sapiens, ossia l’uomo patriarcale, nella narrazione una coppia padre-figlia. La figlia, cui è stato impedito di completare gli studi di chimica, perché donna, ed è stata nell’adolescenza presa a cinghiate per i suoi supposti peccati di carne, dopo tanti anni viene chiamata al capezzale del padre diabetico gravemente malato. Certo torna, per prolungarne però, tra vendetta e rivolta, le sofferenze con abili dosaggi di insulina: ma alla fine prevarrà il senso di colpa interiorizzato. Con Scuoiatura di Adriano Russo siamo ancora ai ruoli imposti, per la precisione, di un padre nei confronti del figlio maschio che deve iniziarsi alla pratica virile della violenza e del sangue, cancellando le influenze materne. Tutto avviene nel corso di una angosciosa e spaesante caccia all’uomo. Siamo in un mondo distopico rovesciato dove i lupi sono esseri affini e i cervi creature inquietanti dalle orbite vuote e dove le specie in gioco sono umanoidi scimmieschi ‒ come i protagonisti ‒ e i pochi e impauriti uomini superstiti. L’esperienza iniziatica della scuoiatura umana si rivelerà tanto coinvolgente che il bambino non vedrà l’ora di ripeterla. I due titoli restanti hanno in comune un sottile taglio ironico e come protagonisti degli insetti. In Come sbarazzarsi dei tarli di Stefano Costacurta si dà voce, in una sorta di pseudo saggio erudito con tanto di note, all’ossessione per le larve che vivono nel legno nutrendosene, scavando gallerie e producendo un martellante rumore notturno, tanto più persecutorio se si pensa che l’incubazione dell’insetto adulto prima dello sfarfallamento può durare anni. Il racconto si distingue per una lingua precisa, parodisticamente scientifica, per l’uso controllato ed evocativo di onomatopee e segni grafici e per la sua valenza metaforica. Il tarlo del legno, come si conclude, e com’è noto, è assai difficilmente estirpabile come peraltro ogni nostro tormentoso assillo. Il disturbatore delle mosche di Matteo Fachechi vede all’opera una bizzarra accademia che si riunisce ogni venerdì in una biblioteca per discutere dei massimi sistemi, in particolare ‒ come scoprirà il giovane assunto per tenere lontane dai cinque dotti membri le mosche senza far loro del male ‒ di utopici contratti sociali. Perché trattare con tanta delicatezza le trentaquattro mosche con le quali condividono lo spazio? Si capirà che nel consorzio di questi insetti i sapienti soci vedono, con uno straniante scivolamento simbolico, un’associazione di soggetti liberi, liberati anche dal lavoro per procurarsi il sostentamento, visto che fruiscono delle fatiche altrui. Il solerte giovane disturbatore alla fine sarà avviato a far parte di questa privilegiata comunità facendosi anch’egli mosca tra le mosche, chissà se non tutte ex uomini. Un declassamento o un avanzamento verso l’empireo?

Un quadro nell’insieme stimolante e variegato e di questo ringraziamo gli autori.

Call per racconti – Sesta edizione: racconti finalisti

mercoledì, 17 Aprile 2024

Il call “Trame interspecie” organizzato dal Premio Calvino insieme alla rivista L’Indice e al Book Pride di Milano si avvicina alla conclusione. Avremo due racconti vincitori: uno decretato dalla giuria tecnica composta da Isabella Ferretti (presidente del Book Pride), Orazio Labbate (scrittore), Andrea Pagliardi (direttore editoriale dell’Indice) e Franco Pezzini (saggista); un altro dal voto dei lettori dell’Indice (è possibile votare da mercoledì 17 aprile a venerdì 26 aprile sul sito dell’Indice). Entrambi saranno pubblicati su uno speciale dedicato al fantastico che uscirà col numero di giugno della rivista, arricchito da interventi generali sul tema e da un ventaglio di recensioni di testi letterariamente significativi.

La premiazione si terrà venerdì 10 maggio 2024 al Salone del Libro di Torino alle ore 19.30 presso la sala Madrid (Centro Congressi). A essa, cui saranno presenti i giurati e le autrici e gli autori dei dieci racconti finalisti, sono invitate a partecipare tutte le persone curiose e interessate, in particolare coloro che si sono messi o messe in gioco nel concorso e hanno visto il proprio incipit tra i 36 selezionati.

La partecipazione è stata ancora una volta ampia: 913 sono stati gli incipit pervenuti. Le declinazioni del tema proposto sviluppate nei racconti, o alluse negli incipit, sono state molte e variegate. Ne parleremo sull’Indice e al Salone del Libro.

Ringraziamo davvero tutte e tutti i concorrenti per il loro contributo e per l’impegno profuso nell’immaginare storie radicate nella sensibilità dei nostri tempi per l’altro da noi.

I DIECI FINALISTI

  • ANTONUCCI Germano (1975), Il mare arcobaleno dei bambini corallo
  • BERTOLINO Ernesto (1972), Rigenerazione
  • COSTACURTA Stefano (1978), Come sbarazzarsi dei tarli 
  • FACHECHI Matteo (1993), Il disturbatore di mosche
  • GHIOTTI Michele (1989), Carne della mia carne, occhi dei miei occhi
  • ROSSI Filippo (1986), Memento fiori
  • RUSSO Adriano (1993), Scuoiatura
  • SABATINI Chiara (2001), Le mie radici
  • TALLINI Daniela (1969), Femina glucosia
  • VERZINA Pietro (1984), Polli fritti coi piedi

Call per racconti – Sesta edizione: incipit selezionati

giovedì, 21 Marzo 2024

I 36 prescelti e una nota a margine.

Attendiamo da tutte e tutti il racconto completo per il 25 marzo (da inviare all’indirizzo segreteria@premiocalvino.it).

Il 17 aprile saprete chi sono i 10 finalisti e troverete il loro testo sul sito dell’Indice. Tra il 17 e il 26 aprile chi vorrà potrà votare il suo preferito partecipando così a definire il vincitore del pubblico.

Il 10 maggio al Salone del libro (Sala Madrid, a partire dalle ore 19.30) si scopriranno le carte e si saprà chi sono i due vincitori, uno per la Giuria e l’altro “pop”.

I 36 prescelti

  • ANTONUCCI Germano (1975), Il mare arcobaleno dei bambini corallo
  • BACCILIERI Emanuele (1965), Gli Dei della discarica
  • BARICCI Giulio (1947), Per un filo di seta
  • BENATTI Francesco (1999), Una sirena a Venezia
  • BERTOLINO Ernesto (1972), Mamadou, una rigenerazione
  • BORGONOVO Mattia (2000), Tagli pregiati 
  • CANDELIERE Matteo (1990), Piantine
  • CINÀ Francesca (1964), Schianti  
  • COSTACURTA Stefano (1978), Come sbarazzarsi dei tarli 
  • DORE Luca (1977), La sezione distaccata
  • FACHECHI Matteo (1993), Il disturbatore di mosche
  • FATTORINI Francesco (1962), Alice
  • FOTI Donatella (1962), Storia terrena e celeste di Ordolica Persegan
  • GHIOTTI Michele (1989), Carne della mia carne, occhi dei miei occhi
  • LAMANNA Margaret (1999), Bestie tranquille
  • LUGLI Elisabetta Lucia (1978), Il giorno che cambiò la mia vita
  • MAGRO Gabriele (1998), Il molosso
  • MINGO Isabella (1959), Ossidiana
  • MIRISOLA Beniamino (1970), I pini stanno fermi
  • NANNERLE (1962), La panchina
  • NEGRETTI Carla (1961), Sogni di(s)umani
  • NOTTOLI Enrico (1994), Il sangue arcobaleno
  • RAFFAELLI Luca (1959), Topolino
  • RAIMONDI Emanuele (1981), Le arpie
  • RIGOTTO Letizia (1999), Il Conteflabis
  • ROMEO Gianni (1991), Ecofeticisti
  • ROMITI Luca (1990), Lucanus Sapiens
  • ROSSI Filippo (1986), Memento fiori
  • RUSSO Adriano (1993), Scuoiatura
  • SABATINI Chiara (2001), Le mie radici
  • SEGONI Francesco (1972), L’amore e l’upupa
  • SETRAGNO Mario (1964), In nome del popolo italiano 
  • SORIA Sabrina Cinzia (1965), Il granchio
  • TALLINI Daniela (1969), Femina glucosia
  • VERZINA Pietro (1984), Polli fritti coi piedi
  • VUANO Barbara (1957), La moneta del diavolo  

Nota a margine

L’attesa era di racconti che intrecciassero specie diverse, utilizzando il termine specie nella sua valenza più aperta e suggestiva. Da un lato noi, l’essere tassonomicamente definito homo sapiens, dall’altro gli animali non umani, le piante, le pietre, tutto ciò che comunemente si considera natura. E nel frattempo, ricordiamolo, si profilano e già incombono nuove specie con cui occorrerà fare presto i conti: sapiens modificati, robot, I.A. e altre per ora ignote soggettività. Che rapporto può esserci tra umano e non umano: ci può essere affinità o è l’estraneità a prevalere? Sensibilità e intelligenza sono unicamente dei sapiens? Si può amare un’entità non umana come si ama una persona ed esserne riamati? Possiamo violare a nostro piacimento il non umano? O dovremmo esitare? Le specie nel tempo si modificano e così il rapporto con loro? Il non umano può ribellarsi al dominio umano? Le questioni possibili sono infinite e hanno da sempre coinvolto menti e fantasie, ma si sono dovuti aspettare i filosofi romantici per cominciare a vederle poste speculativamente. Con loro, in modo ancora vago e intuitivo, ha iniziato a erodersi il profondo solco tracciato dal pensiero ebraico-cristiano prima e dalla filosofia razionalista poi, tra mondo umano e mondo non umano, considerato come mero oggetto di pratiche utilitaristiche a illimitata disposizione dell’uomo. Con loro si inizia a concepire una sensibilità nella natura e a vedere l’uomo come un tassello dell’insieme: i dipinti di Friedrich sono eloquenti con l’uomo sempre rappresentato di spalle mentre è immerso nella contemplazione della natura, e dove le scogliere bianche di Rügen paiono diventare un soggetto autonomo. Del 1848 è Nanna o l’anima delle piante di Gustav Theodor Fechner. E non dimentichiamo Darwin, Sull’origine delle specie (1869), per non dire de L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali del 1872, opere che hanno modificato l’idea della singolarità e dell’eccezionalità dell’uomo. Comunque, malgrado l’inedito mood romantico e le considerazioni evoluzionistiche sull’origine dell’uomo, Ottocento e Novecento hanno continuato a essere epoche del trionfo della ragione tecnica e dell’asservimento totale della natura ai bisogni ai consumi ai desideri dell’uomo. Un esempio per tutti le slaughterhouses dei nostri tempi, una sorta di Shoah del mondo animale. O il delta del Niger, dove una dirompente estrattività ha reso invivibile la zona per gli esseri viventi. Ma ormai nel terzo millennio cominciano a sentirsi gli scricchiolii di tale visione del mondo (i mutamenti climatici, il depauperamento dei mari, l’inarrestabile cementificazione delle coste, la rapidissima scomparsa di specie animali e vegetali cui si è sottratto l’habitat, l’irreversibile inquinamento, la crescita esponenziale di scorie e rifiuti) e delle connesse pratiche industriali e ambientali. Sta affermandosi una nuova sensibilità. E quelli che finora sono stati considerati semplici e accettabili danni collaterali stanno occupando il centro dell’attenzione e si comincia a pensare che forse il nostro stile di vita dovrebbe essere negoziabile.

    Questo era il sottotesto della nostra scelta di quest’anno. I 913 partecipanti al concorso hanno risposto in modo appassionato, concentrandosi fondamentalmente su alcuni aspetti più fantastici e surreali. Li ha soprattutto calamitati l’idea di transpecie più che di interspecie: il desiderio o la tendenza a diventare altro da sé, farsi vegetale soprattutto, magari una semplice foglia. Ma non mancano più inquietanti trasformazioni, come se si percepisse ormai la difficoltà a controllare la nostra struttura biologica, sottoposta a infinite pressioni. Anche le nuove relazioni con gli androidi, i robot, l’I.A. hanno attratto, vedendovi un ruolo di servizio che può però trasformarsi in ruolo di dominio. Gli animali non umani, con un singolare privilegio per gli insetti, vengono spesso antropomorfizzati, anziché, più complessamente, soggettivati. Certo non sono state molte, come invece avevamo immaginato, le storie con le specie compagne ‒ cani & gatti & altri esseri ‒ come le definisce Donna Haraway. Come incubi si presentano invece i cumuli di rifiuti domestici e urbani, sinistri luoghi di proliferazione di mostri arcani e arcaici. In taluni incipit si profila poi un nuovo rapporto con gli oggetti, guidato dal riuso e dalla rigenerazione. Il tono, in generale, non appare catastrofista ‒ talvolta è addirittura ironico ‒ quasi si fosse in attesa di un nuovo inizio rigenerante. Chissà!

Call per autori esordienti di narrativa breve – 6° edizione

martedì, 19 Dicembre 2023

6° EDIZIONE (2024)
CALL PER AUTORI ESORDIENTI DI NARRATIVA BREVE 

(CALVINO RACCONTI)

TRAME INTERSPECIE

Sogni e incubi, sacralità e violabilità, affinità ed estraneità nell’affascinante soglia tra umano e non umano tanto più cruciale nell’epoca del dispiegato antropocene, ma da sempre frequentata dall’immaginazione: incroci con altre sensibilità e intelligenze, aperture ad altri regni della natura, presagi di nuove ecologie. Sempre sulla via del fantastico, ma non solo.

a cura del Premio Italo Calvino
in collaborazione con il Book Pride e L’Indice dei Libri del Mese


Il Premio Italo Calvino, in collaborazione con il Book Pride e L’Indice dei Libri del Mese, indice la sesta edizione del call per racconti brevi.

Il Direttivo del Premio selezionerà i dieci racconti finalisti. Tra questi saranno poi decretati due vincitori. Il primo a cura di una giuria tecnica composta da Isabella Ferretti (presidente del Book Pride), Orazio Labbate (scrittore), Andrea Pagliardi (direttore editoriale dell’Indice) e Franco Pezzini (saggista); il secondo votato dal pubblico sul sito dell’Indice. Entrambi i racconti verranno pubblicati in un apposito speciale dedicato al fantastico in uscita con il numero di giugno dell’Indice.

REQUISITI DI PARTECIPAZIONE

Racconto inedito (non deve essere mai comparso né in forma cartacea né online) di massimo 12.000 battute (spazi inclusi), titolo escluso, a tema “Trame interspecie”.

Sogni e incubi, sacralità e violabilità, affinità ed estraneità nell’affascinante soglia tra umano e non umano tanto più cruciale nell’epoca del dispiegato antropocene, ma da sempre frequentata dall’immaginazione: incroci con altre sensibilità e intelligenze, aperture ad altri regni della natura, presagi di nuove ecologie. Sempre sulla via del fantastico, ma non solo.

Ogni autore può partecipare con UN SOLO racconto.

L’autore deve essere in possesso dei diritti del racconto con cui intende partecipare.

Non sono ammessi racconti scritti da due o più autori.

L’autore non deve aver pubblicato alcuna raccolta autonoma di racconti (ogni altro tipo di pubblicazione è ammesso: racconti in antologia, autopubblicazioni, romanzi).
Se un’eventuale raccolta di racconti autonoma precedentemente pubblicata rientra in una delle seguenti categorie, l’autore può partecipare al call con un racconto inedito:

  • autopubblicazioni (sia cartacee sia e-book),
  • pubblicazioni sostenute in qualsiasi forma (ad es. acquisto copie o servizi) da un contributo dell’autore,
  • edizioni a tiratura limitata a cura di associazioni ed enti locali,
  • pubblicazioni con basse tirature (inferiori alle 300 copie) o con un ridotto numero di copie vendute (inferiore a 200 se cartacea oppure inferiore a 400 download se digitale),
  • pubblicazioni tramite crowdfunding.

In caso di pubblicazioni precedenti, si prega di specificare nella mail di iscrizione a quale delle suddette categorie appartengono.

Non è ammessa la partecipazione ad altri concorsi con il racconto presentato al call.

La partecipazione comporta il pagamento di una quota di iscrizione pari a 20 euro da versare entro il 3 marzo. Il pagamento dovrà avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario.
Attenzione: non sono accettati bonifici istantanei.

Causale: “Racconti 2024”
IBAN IT 43 U 05018 01000 000011450558
intestato a: Associazione per il Premio Italo Calvino (Banca Etica)

 

COME PARTECIPARE

La prima fase delle selezioni avverrà a partire dall’incipit del racconto.

L’autore dovrà perciò mandare la propria candidatura all’indirizzo iscrizioni@premiocalvino.it con oggetto “RACCONTI INEDITI” indicando nel corpo della mail:

Nome
Cognome
Eventuale pseudonimo
Titolo del racconto
Luogo e data di nascita
Residenza
Recapiti (email e telefono)
Pubblicazioni precedenti

Allegare:
1) l’incipit del racconto con cui si intende partecipare in formato .doc, .docx, .odt o .rtf,
2) un documento di identità
3) la ricevuta del pagamento.

L’incipit (che non deve superare le 1.500 battute, spazi inclusi) deve essere già completo di titolo; le battute del titolo non rientrano nel conteggio totale delle battute.

Denominare ogni file a partire dal cognome dell’autore, ad esempio per un concorrente di nome Paolo Rossi:

–> Rossi-incipit-2024
–> Rossi-pagamento-2024
–> Rossi-documento-2024

Si consiglia di procedere all’invio dell’incipit con attenzione: una volta inviato non sarà possibile apportare modifiche o sostituzioni.

Le candidature che perverranno al di fuori delle date previste, non conformi al regolamento o non complete dei dati e degli allegati richiesti non saranno prese in carico.

TEMPISTICHE E MODALITÀ DELLA SELEZIONE

Mandare la propria candidatura a partire dal 19 febbraio ed entro e non oltre il 3 marzo 2024.

Il Direttivo del Premio selezionerà, a suo insindacabile giudizio, almeno trenta incipit e pubblicherà sul sito del Premio (www.premiocalvino.it) l’elenco dei selezionati in data 21 marzo. Contestualmente verrà richiesto l’invio del racconto completo, da far pervenire non oltre il 25 marzo.

Tra i testi selezionati il Direttivo sceglierà una rosa di dieci racconti finalisti.

I nomi verranno pubblicati sul sito del Premio in data 17 aprile. In tale data compariranno anche sul sito dell’Indice dei Libri del Mese (www.lindiceonline.com), dove sarà possibile votare il proprio racconto preferito fino a venerdì 26 aprile.

PREMIAZIONE E PUBBLICAZIONE

A tutti gli autori selezionati verrà offerta la scheda di lettura.

Ai dieci finalisti sarà inoltre offerto un colloquio individuale a cura del Direttivo del Premio.

L’incontro di chiusura, durante il quale verranno annunciati i vincitori di questa edizione del call, si terrà durante il Salone del Libro di Torino (9-13 maggio), alla presenza dei giurati. Maggiori dettagli saranno forniti appena possibile.

I due racconti vincitori saranno pubblicati in un apposito speciale dedicato al fantastico in uscita con il numero di giugno dell’Indice dei Libri del Mese.

PARTECIPANDO AL CALL L’AUTORE ACCETTA IL PRESENTE BANDO E AUTORIZZA LA PUBBLICAZIONE DEL RACCONTO, SIA DA PARTE DELL’INDICE DEI LIBRI DEL MESE (ONLINE E CARTACEO) SIA IN UN’EVENTUALE ANTOLOGIA.

Domande frequenti

Quale genere di racconto è ammesso al call?
Sono ammessi i racconti riconducibili al genere fantastico, ma non solo: sogni e incubi, sacralità e violabilità, affinità ed estraneità nell’affascinante soglia tra umano e non umano tanto più cruciale nell’epoca del dispiegato antropocene, ma da sempre frequentata dall’immaginazione: incroci con altre sensibilità e intelligenze, aperture ad altri regni della natura, presagi di nuove ecologie.

Disponibile qui l’approfondimento del presidente Mario Marchetti.

Ho già pubblicato, posso partecipare lo stesso?
Sì. Si possono avere pubblicazioni precedenti di qualsiasi natura, fuorché intere raccolte di racconti a proprio nome (a meno che non rientrino in uno dei casi descritti sotto). Anche la pubblicazione di singoli racconti (se non si tratta di quello con cui si partecipa al call) in antologie o riviste, eventuali autopubblicazioni e romanzi sono ammessi.
Se un’eventuale raccolta di racconti autonoma precedentemente pubblicata rientra in una delle seguenti categorie, l’autore può partecipare al call con un racconto inedito:

  • autopubblicazioni (sia cartacee sia e-book),
  • pubblicazioni sostenute in qualsiasi forma (ad es. acquisto copie o servizi) da un contributo dell’autore,
  • edizioni a tiratura limitata a cura di associazioni ed enti locali,
  • pubblicazioni con basse tirature (inferiori alle 300 copie) o con un ridotto numero di copie vendute (inferiore a 200 se cartacea oppure inferiore a 400 download se digitale),
  • pubblicazioni tramite crowdfunding.

Posso partecipare con lo stesso racconto ad altri concorsi?
No. Il racconto con cui si partecipa deve essere totalmente inedito: non deve essere mai comparso né in forma cartacea né online, né concorrere ad altre iniziative.

Sono già in concorso al Premio Calvino (37° ed.), posso partecipare anche al call?
Sì. Le due iniziative sono indipendenti l’una dall’altra.

Vorrei partecipare in futuro al Premio Calvino, posso comunque partecipare al call?
Sì. Anche in questo caso, le due iniziative sono indipendenti l’una dall’altra.

Ho già partecipato al call l’anno scorso, posso partecipare di nuovo?
Sì.

Ci sono limiti di età per poter partecipare?
No. Come per il Premio Calvino, non sono previsti limiti di età.

Se l’incipit o il racconto supera le battute massime previste, c’è un margine di tolleranza?
No. Il limite massimo di battute è tassativo, sia per quanto riguarda l’incipit (1.500) sia per quanto riguarda il racconto completo, che non dovrà superare le 12.000 battute complessive (titolo escluso).

È previsto anche un limite minimo di battute?
No. L’incipit e l’eventuale racconto completo possono anche essere più brevi rispetto al limite massimo indicato (rispettivamente 1.500 e 12.000 battute, spazi inclusi).

Il racconto deve avere un titolo?
Sì. Ogni racconto deve avere un suo titolo (le cui battute non rientrano nel conteggio complessivo) e deve essere diverso dal tema (“Trame interspecie”). Il titolo va indicato già all’invio dell’incipit.