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IL CALVINO IN DIRETTA – CRISTINA GREGORIN

lunedì, 1 Febbraio 2021

L’ultima testimone lancia uno sguardo acuminato su un pezzo di storia ancora bruciante ‒ le vicende del confine orientale dell’Italia tra Seconda guerra mondiale e dopoguerra ‒ e lo fa partendo da una memoria intima, tanto più illuminante quanto meno ideologicamente precostituita. Il 10 febbraio si celebra il Giorno del ricordo, istituito nel 2004 per «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Ricorrenza di grande rilievo su una ferita non rimarginata. Ma per una sua piena contestualizzazione e comprensione occorre che il ricordo si dilati a toccare le politiche fascista e nazista dell’epoca nelle terre giuliane e istriane, terre da sempre contese e abitate da un groviglio di popoli.

Trieste, dove si svolge il romanzo, è al cuore di questo complesso nodo. La sua storia ha visto nel Novecento bruschi mutamenti e momenti altamente drammatici, vivide passioni politiche e torbide passioni private. Ma su tutto ciò c’è un grande e diffuso rimosso: Trieste, città del silenzio, come si è detto. Cristina Gregorin, l’autrice, rompe sotto traccia il silenzio. La protagonista del suo romanzo, Francesca, che come tanti ha cercato di abradere il passato, sospinta da eventi imprevedibili è portata con riluttanza a prenderne coscienza.