NUOVE FIRME e SECONDI LIBRI
Ed eccoci ormai prossimi alla chiusura agostana del Premio (anche se in realtà continueremo a lavorare per la revisione e l’invio dei giudizi ai concorrenti della XXXVIII edizione, che invitiamo a pazientare… ma arriverà tutto!). I finalisti dell’edizione, che hanno visto grande interessamento da parte degli editori, sono attualmente ancora al loro vaglio: il lavoro è lungo, soprattutto di questi tempi di bassa marea. Al momento ha brillantemente firmato con Bompiani Flora Giuliano D’Errico col suo avvincente La gabbia, tormentata vicenda sullo sfondo dell’ambiente neofascista romano tra anni Settanta e terzo millennio. Nel frattempo la rete del Premio si è mossa come la sapiente vecchia talpa ed è arrivata una serie di firme per titoli di nostri ex finalisti che non avevano ancora trovato casa, colmando così delle lacune:
→ Loretta Franceschin (XXXV ed., Sono d’acqua i nostri pensieri) ha firmato con Guanda
→ Marina Guglielmi (XXXVI ed., Il vestito più leggero) ha firmato con FuoriAsse
→ Saverio Gangemi (XXXVII ed., Calùra) ha firmato con Rubbettino
→ Diego Pellizzari (XXXVII ed., Diaboli virtus) ha firmato con Polidoro
Tutti bei romanzi (dal ricco e sottile affresco veneto secondo Novecento di Franceschin alla delicata infanzia tratteggiata secondo un tempo einsteiniano da Guglielmi, dalla splendida apocalisse di Calùra all’irruzione dell’irrazionale nella normalità quotidiana di Pellizzari) che hanno dovuto aspettare la giusta congiuntura. E a noi la cosa fa particolare piacere perché significa che le nostre scelte non hanno sostanza effimera e sanno guardare al futuro: a volte bisogna saper attendere l’occasione. A corroborare la forza e il valore dei nostri autori, anche i più eccentrici (nel senso di distanza da una medietà anodina), è uscito un variegato ventaglio di secondi libri e, com’è noto, la seconda prova spesso rappresenta una pietra d’inciampo, difficilmente superabile. Ecco i titoli:
→ Cesare Sinatti, Eco, Italo Svevo (già vincitore ex aequo XXIX ed. con La splendente, Feltrinelli 2018)
→ Giulia Lombezzi, L’estate che ho ucciso mio nonno, Bollati Boringhieri (già finalista XXXIII ed. con La sostanza instabile, Perrone 2021)
→ Yasmin Incretolli, Bellissima, Pidgin (già finalista XXVIII ed. con Mescolo tutto, Tunué 2016)
→ Laura Lanza, La Villa delle ‘nzalore, Astoria (già finalista XXXII ed. con Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina, Astoria 2020)
Ed è in vista l’uscita con Mercurio del secondo libro del nostro lirico vincitore della XXXVI edizione, Jacopo Iannuzzi: titolo ancora in gestazione.
Per non parlare dei segnalati, tra cui ci sono state bellissime sorprese: ci limitiamo a ricordare La levatrice di Bibbiana Cau (da noi segnalato alla XXXV ed. col titolo di Mallena) uscito per Nord a maggio di quest’anno e subito entrato in classifica: una sorte che auguriamo a tutti i nostri autori!
Mario Marchetti
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