XXXVIII edizione: ecco il nuovo numero che esce dal cilindro degli iscritti. Un numero casuale? Non proprio: è il frutto dell’attento e certosino lavoro che svolgiamo da anni come Premio. Dai tempi del Covid, in particolare, che hanno visto un più forte generale ripiegamento soggettivo e una più intensa dedizione alla scrittura, veleggiamo tra gli 800 e il migliaio di concorrenti. Significativo è il fatto che tra questi siano numerosi coloro che si ripresentano o con un nuovo titolo o avendo rivisto il testo già inviato: evidentemente si fidano di noi e dei nostri giudizi e noi ne siamo felici. Insomma − ed è una delle nostre peculiarità – li accompagniamo nel loro percorso di scrittura. Qualcuno ce la farà infine ad emergere nel Premio e editorialmente. Ma per tutti, sicuramente, ci sarà stato un rafforzamento della propria autoconsapevolezza autoriale per non dire della sensazione che le loro parole abbiano avuto un ascolto. Non ci sono peraltro mancate le critiche a cui abbiamo risposto sempre con rispetto e insieme con franchezza, convinti come siamo che un giudizio, da una parte, sia necessario, ma che non sia, comunque, una sentenza definitiva. Non ultimo motivo dell’ampio riscontro avuto è che non ci siano limitazioni di età per partecipare: e così abbiamo insieme adolescenti e anziani, ciascuno con la sua costellazione immaginaria e col suo bagaglio di esperienze. E di conseguenza abbiamo esordi tardivi ed esordi precoci: presto ne daremo notizia per la XXXVII edizione. Ma nel 2024 abbiamo già avuto un bell’esordio tardivo con il multicolore La vita avventurosa dell’acciuga cantabrica di Lucio Di Cicco nelle eleganti edizioni L’orma. Come abbiamo avuto un innovativo giovane esordio con White People Rape Dogs di Jacopo Iannuzzi per Einaudi Stile Libero, che va ad aggiungersi ai giovani esordi degli ultimissimi anni − per limitarci ai vincitori − di Nicolò Moscatelli, Maddalena Fingerle e Gennaro Serio: tutti testi che si inoltrano per strade stimolanti e poco battute. L’augurio che ci facciamo e che facciamo ai nostri concorrenti è che anche quest’anno ci sia un buon raccolto. Il numero palindromo 909 è di certo di buon auspicio con l’apertura in ogni senso che sottende.
3 novembre 2024
Mario Marchetti, presidente del Premio Italo Calvino
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