Ecco finalmente il numero esatto dei manoscritti in concorso alla XXXVII edizione del Calvino. 827: un numero che conferma il consenso e la fiducia nei confronti del Premio, un numero primo che è di per sé un auspicio. I numeri primi sono celibi, singoli e singolari, come speriamo lo siano i testi pervenuti, ciascuno con il suo segno, ciascuno diverso dagli altri, pur se con qualche ascendenza meticcia. La singolarità della parola e della narrazione è ciò di cui andiamo alla ricerca: miriamo a qualcosa che ci faccia vedere e sentire il mondo da una prospettiva inedita, sollevando un velo, illuminando zone oscure.
Tutti i manoscritti saranno come sempre ben accolti e di tutti ci cureremo secondo tradizione, augurandoci di saperne cogliere senso e intento, l’autentico che contengono: in essi, lo sappiamo, l’autore ha messo sé stesso. Il tragitto è già iniziato, ma da qui alla primavera ci aspetta ancora un lungo e impegnativo lavoro che culminerà all’inizio del prossimo giugno con la cerimonia di premiazione al Circolo dei Lettori di Torino, ma che proseguirà poi con l’invio dei giudizi a tutti i concorrenti.
Mario Marchetti, presidente del Premio Italo Calvino
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