34° Edizione

Un saluto e una buona notizia

sabato, 7 Agosto 2021

E abbiamo concluso un’altra edizione. Abbiamo quasi temuto di non farcela per la gran mole di libri ricevuti che se, da una a parte, è stato per noi un prezioso riconoscimento, dall’altra ha significato un grosso, per quanto benvenuto, impegno. Leggere e discutere 999 testi e scrivere i rispettivi giudizi e non secondo formule precostituite non è un lavoro da poco!

Ma passiamo ad altro. A un mese e mezzo dalla premiazione già cinque finalisti hanno trovato casa. Un risultato eccellente che si basa sulla bontà dei testi, ma anche sulla fiducia di cui noi godiamo da parte delle case editrici. Nell’auspicio che anche gli altri finalisti trovino presto chi li pubblichi auguro a tutti, concorrenti, collaboratori e amici, editor ed editori una bella pausa estiva.

Mario Marchetti

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La vincitrice, Francesca Valente, pubblicherà Altro nulla da segnalare. Storie di uccelli con Einaudi.

Gianmarco Parodi pubblicherà Le tracce del fuoco con Piemme.

Stella Poli pubblicherà La gioia avvenire con Mondadori.

Alberto Ravasio pubblicherà L’educazione sentimentale di Guglielmo Sputacchiera con Quodlibet.

Alfredo Speranza, menzione speciale della giuria, pubblicherà Rattatata con Nutrimenti.

OPERE SEGNALATE dal Comitato di lettura della XXXIV edizione

venerdì, 6 Agosto 2021

Marco ANGELINI (SP, 1976), Wilmo, ricorda

per l’inedita descrizione del marasma mentale di un ex bibliotecario che in dialogo con i personaggi dei suoi libri delinea per frammenti storia privata e rimossa storia pubblica

Emanuele ALDROVANDI (RE, 1985), Tentativi di sconfiggere la morte

per l’intelligente e terapeutica ironia e il brioso gusto teatrale con cui declina con stile impeccabile il tema del finis vitae e del suo fatidico incombere

Stefano BESI (RM, 1979), L’inizio del mondo e altre storie di poca importanza – RACCONTI

per la capacità dell’autore di creare un corpus di racconti coeso e ricco di rimandi interni ed esterni attraverso il linguaggio semplice ma raffinato della fiaba

Lucia BORRO (MI, 1954), Il paese illuminato

per l’abile gestione di un testo che analizza, in chiave femminile, i rapporti all’interno di una comunità elettiva sulle Alpi Marittime, in un inanellarsi ininterrotto di conversazioni e confidenze

Andrea CAPPUCCINI (RM, 1991), Cronache di Torricella

per l’efficace lingua sporca e la fantasticata sceneggiatura di una periferia romana ‒ con i suoi uomini, cose e strani eventi atmosferici ‒ sospesa nel tempo e insieme contemporanea

Margherita CARDANI (MI, 1990), Caramelle

per la descrizione da pugno nello stomaco ‒ espressa con un linguaggio perfettamente mimetico ‒ del disagio famigliare, scolastico, amoroso di una diciassettenne dei nostri giorni

Sara CATACCI (RM, 1983), Il talento di Katia

per l’incisivo e rapido tratteggio narrativamente intrigante della soggettività di una ragazzina incerta sulla propria identità sessuale nel quadro di una famiglia di borghesia virtuosa

Francesco CENNI (FI, 1975), Il cinema action

per la divertita e malinconica panoramica del cinema action di fine II millennio trasformata in accattivante materia narrativa con un imperdibile Sylvester ‘Sly’ Stallone per protagonista”

Lucio DI CICCO (RM, 1952), Il cielo alla rovescia

per la conduzione narrativamente felice, in un quadro di agili riferimenti evangelici, dell’epica vicenda dell’italo-argentino Porfirio novello messia in una Patagonia dai tratti mitici

Davide DI FINIZIO (NA, 1986), Neapolitanema

per il garbato divertissement sulla sorte dell’ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo, condotto con ironia e perizia e non senza fare un occhiolino alla modernità

Annamaria DI MICHELE (PE, 1940), L’amante slava

per la luce che getta sulle ambiguità e le ipocrisie di una famiglia borghese la comparsa di una badante slava, insieme oggetto del desiderio e di disprezzo, e comunque strumento usa e getta

Loretta FRANCESCHIN (PD, 1951), Di acqua e d’ombra

per la squisita e sottile analisi, espressivamente inappuntabile, di rapporti matrimoniali pronti a turbarsi per dettagli impalpabili, nella cornice di un fascinoso Polesine anni 80

Luca LONARDELLI (VR, 1975), Una questione di cattiveria

per l’articolato quadro del revenge porn che ci offre dipanando la trappola social che si intesse intorno a una ragazza incerta di sé ad opera di uomini ordinariamente egoisti

Fabrizio MENI (1964, AL), Un due tre, Stella!

per la densa e potente saga famigliare monferrina che attraversa il novecento per arrivare al secondo dopoguerra del riscatto, con l’Eternit delle polveri d’amianto sempre all’orizzonte

Annalisa MANISCALCO (RM, 1988), Io sono per me una terra straniera

per il respiro con cui si narrano, dal côté di un bel personaggio femminile, cento anni di storia nell’intreccio con una coinvolgente saga famigliare che si snoda tra Italia e Stati Uniti

Rosella MARTINELLO (MI, 1971), Qualcosa da difendere

per la sua esplorazione, in un piano e ampio affresco, dei temi dell’amicizia giovanile e del doloroso scarto tra le nuove generazioni istruite e le vecchie generazioni del lavoro

Simona MIGLIORI (MI, 1979), Barona

per aver saputo coniugare originalmente la realistica e vivida descrizione di un quartiere periferico di Milano con i suoi tipi e uno struggente idealismo dei sentimenti

Alessio MOSCA (RM, 1990), Chiromantica medica – RACCONTI

per la visionarietà di una scrittura che con esiti talora magistrali affronta le inquinate terre laziali e l’inquinata psiche contemporanea, tra suggestioni religiose e pornografiche

Raffaella MOTTANA (MI, 1995), I giorni della merla

per l’interessante incursione, in prospettiva femminile, nell’algido e oscuro mondo del BDSM riflesso di un moderno e ossimorico concetto di trasgressione disciplinata

Giulio NARDO (PD, 1992), Sinfonia del cristallo

per l’elegante, ironico e insieme romantico ritratto dell’odierna gioventù colta con i suoi vagheggiamenti sentimentali, artistici ed esistenziali tratteggiato con una peculiare cifra stilistica”

Roberto PERETTO (VA, 1946), Viaggio fantasmatico sul Trans-PadanItalia Express

per la straordinaria performance di un libro bigger than life in cui i confini tra vita e scrittura sono stati divelti e per l’impareggiabile e inesausta fucina linguistica che lo contraddistingue

Marco PULEJO (PI, 1973), L’estate sospesa

per l’intrigante, onirica e insieme realistica vicenda che trascina un asettico giovane dei nostri tempi dalla banale quotidianità alla contiguità col male sullo sfondo di una rarefatta Puglia”

Andrea QUATTROCCHI (MI, 1979), Il pescecane

per il magistrale ritratto di un personaggio ossessivo che forse trent’anni prima ha commesso un delitto attraverso la sua inaffidabile e delirante confessione su Facebook

Valentina RAMACCIOTTI (LU, 1972), Essere Umano

per la sofisticata declinazione in chiave veneziana di una trama fantascientifica con protagonisti la sublime coppia di un androide e di un’umana